Net zero economy: un potenziale da 15.000 miliardi di dollari
In Italia opportunità interessanti: nuovi combustibili a basso impatto e idrogeno low-zero carbon. Necessario lavorare su innovazione e contesto normativo
L'obiettivo comunitario di neutralizzare le emissioni al 2050, il cosiddetto "net zero", pone al nostro Paese sfide considerevoli sul piano strategico e organizzativo. Considerando che, industria pesante e trasporto di lungo raggio saranno solo marginalmente interessati dall'elettrificazione e, con le attuali politiche ambientali, al 2050 genereranno ancora circa 15 miliardi di tonnellate di CO2, per raggiungere il traguardo con successo, sarà imprescindibile concentrare gli sforzi sull' innovazione tecnologica e su una decisa semplificazione del contesto normativo e regolatorio.
"Nell'accelerazione globale verso la net zero economy, l'Italia può e deve giocare un ruolo di primo piano. È fondamentale, tuttavia, muoversi rapidamente, per non perdere terreno rispetto ai competitor europei", commenta Roberto Prioreschi, Managing Director di Bain & Company per Italia e Turchia (nella foto).
Per la società di consulenza, lo sforzo nazionale, dovrà necessariamente prevedere un nuovo modello di collaborazione tra istituzioni e operatori privati del settore delle rinnovabili. "Alle prime è chiesto di definire un adeguato quadro di misure volte a stimolare la domanda, prime fra tutte la semplificazione dei processi autorizzativi per gli impianti. Alle aziende si chiede l'attivazione di modelli di business innovativi, capaci di generare e valorizzare una vera e propria filiera tecnologica made in Italy, distintiva e competitiva nell'ambito del più ampio sforzo europeo verso il Green Deal".
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