Frequentemente lo scoglio è più culturale che tecnologico e richiede anche uno sforzo importante di formazione delle risorse umane
La pandemia ha cambiato probabilmente in via definitiva il rapporto fra dipendente e azienda, modificando i processi e gli spazi di lavoro, ma ha costretto anche ad una rivisitazione delle strategie e dei canali di vendita.
Ne abbiamo parlato con Filippo Giannelli, Responsabile ServiceNow Italia.
Siamo a quasi 12 mesi dall'esplosione della pandemia in Italia.
Come si è evoluto il modo di lavorare per le aziende? Che cosa hanno imparato le imprese italiane?

La pandemia, nel bene e nel male, ha modificato le regole del gioco e costretto le aziende a compiere un salto tech generazionale in pochi mesi.
I progetti di trasformazione digitale che prima impiegavano anni per essere implementati, sono stati accelerati in un modo senza precedenti e alcune applicazioni critiche sono state messe in produzione in poche settimane.
Le principali strategie adottate per far fronte alla crisi hanno visto la riorganizzazione del rapporto fra dipendente e azienda, modificando i processi e gli spazi di lavoro, ma anche una rivisitazione delle strategie e dei canali di vendita.
La digitalizzazione è stato l'imperativo per la sopravvivenza e spesso ha comportato la rivisitazione dei piani industriali a lungo termine.
Tuttavia, digitalizzare i processi core non è sufficiente.
L'evoluzione digitale avviene quando le aziende re-inventano e innovano espandendosi a nuovi prodotti, clienti e mercati, e la pandemia ha fornito la giusta "scusa" per far partire questo tipo di iniziative che vengono percepite ad alto rischio.