Blockchain nel settore food: un amplificatore di informazioni a tutela del made in Italy
Secondo Apio, questa tecnologia è prima di tutto uno strumento di comunicazione che rafforza il legame tra imprese e consumatori. A partire da un piccolo QR Code
In Italia il mercato agroalimentare vale 133 miliardi di euro (pari al 9% del Pil), coinvolge 1,3 milioni di imprese lungo tutta la filiera, dall'agricoltura alla ristorazione, e dà lavoro a 3,2 milioni di persone (studio Nomisma). Il comparto negli anni si sta inoltre facendo "sempre più smart" con un numero crescente di aziende che scelgono le soluzioni digitali per garantire la tracciabilità dei prodotti a tutela della loro qualità.
Tra le tecnologie più apprezzate c'è sicuramente la blockchain che ha conosciuto un vero e proprio boom e oggi rappresenta il 43% delle soluzioni disponibili, seguita da QR Code (41%), mobile app (36%), data analytics (34%) e l'Internet of Things (30%) (dati dell'Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise dell'Università degli Studi di Brescia, presentati ad aprile 2020).
In un mercato così dinamico anche l'offerta tecnologica cresce a livello globale. Tra le startup italiane c'è Apio che ha sviluppato la piattaforma Trusty, dedicata alle aziende del settore agrifood e realizzata in collaborazione con Var Group, che utilizza diverse tecnologie blockchain tra cui anche uno dei network principali nel mercato agroalimentare, ovvero IBM Food Trust. L'obiettivo principale è quello di offrire uno strumento democratico, alla portata di tutti.
"Il 60% delle aziende nel settore agroalimentare decide di sviluppare progetti in ambito digitale per aprire un canale di comunicazione nuovo con il consumatore - spiega Lorenzo Di Berardino, CEO e co-fondatore di Apio - Trusty nasce proprio per dare una risposta a questa esigenza e, al tempo stesso, dal desiderio di rendere fruibili a tutti questi strumenti tecnologici".
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