Lo Stato e il digitale che non vuole imparare - Punto e a capo
Anche con l'avvento del cashback di Stato c'è stata l'ecatombe digitale.
Parte il cash back di Stato e anche in questo caso, come per tante altre volte, la macchina statale, la PA, la pubblica amministrazione - che ha avuto il tempo di prepararsi, anzi, tutto il tempo e, soprattutto, ha potuto imparare dagli errori del passato - si è inceppata.
Anche stavolta i sistemi non hanno retto.
La cosa divertente è che per attivare l'app IO serve lo Spid, a cui non si collegava e si sono succeduti una serie di comunicati da parte dei vari provider, Poste Italiane in testa, che rassicuravano che la piattaforma funzionava.
Per fortuna non c'è stato nessun problema di privacy, come accaduto con l'Inps, ma è chiaro che c'è un disguido.
Ma è mai possibile che i migliori dirigenti italiani, le task force e le cabine di regia non siano in grado alla fine del 2020 di mettere insieme qualcosa di realmente funzionante?
Non possiamo credere che non abbiano 5 mila euro da investire in un vero consulente di applicazioni cloud che disegni i servizi come si deve, e vi posso assicurare che già all'interno dei Ministeri ci sono tanti dirigenti veramente capaci.
Il problema, quindi, è nell'ingranaggio della macchina statale, non nel digitale, ma non è pensabile raccogliere costantemente sconfitte.
In tutto questo, ci sono i numeri: l'app IO ha avuto un successo clamoroso, al contrario di Immuni, nonostante ci sia un codice a barre per scaricarla anche sul latte Granarolo...
I fatti raccontano il Paese, non i proclami.
E c'è da preoccuparsi.
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