Le PMI devono puntare sulla digitalizzazione per uscire dalla crisi
Secondo l'Ufficio Studi di BorsadelCredito.it tutto quello che è successo nel 2020 può avere l'effetto di una scossa e costringere le imprese a un cambiamento epocale
Il COVID-19 sta mettendo in difficoltà la nostra economia, ma i numeri dimostrano che già nel 2019 la lenta ripresa post 2008 si era arrestata.
E le PMI avevano ricominciato a perdere in termini di redditività e dinamismo.
In compenso, sono più solide sul fronte della posizione finanziaria e da qui si può ripartire per tornare a crescere.
Secondo l'Ufficio Studi di BorsadelCredito.it, la metà delle imprese prevede carenza di liquidità.

Per dimostrarlo basta guardare gli ultimi dati di Istat e Cerved - Confindustria, rilevati o pubblicati nel corso degli ultimi mesi.
Innanzitutto, secondo l'Istat, oltre la metà delle imprese (con il 37,8% di occupati) prevede una mancanza di liquidità per far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020.
Il 38% (27,1% di occupati) segnala rischi operativi e di sostenibilità della propria attività e il 42,8% ha richiesto il sostegno per liquidità e credito.
Non sorprende che oltre il 70% delle imprese (che rappresentano il 73,7% dell'occupazione) abbia dichiarato una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: nel 41,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato, nel 27,1% si è ridotto tra il 10% e il 50% e nel 3% dei casi meno del 10%; solo nell'8,9% delle imprese il valore del fatturato è invece rimasto stabile.