Elezioni USA: il dado è tratto!
Andrea Delitala (Pictet AM): le elezioni americane hanno restituito agli investitori uno scenario favorevole, liberandoli dell'imprevedibilità del leader della prima economia mondiale
Il presunto "Blue Sweep" non c'è stato e siamo rimasti invece con un "Divided Government", ma questo al mercato non dispiace, anzi: la politica economica sarà simile a quella degli ultimi anni senza però le interferenze erratiche della presidenza Trump. E infatti, i mercati hanno espresso immediatamente il proprio voto, con azioni in forte salita, tassi in discesa e pochi movimenti valutari. Di fatto, un Congresso diviso viene interpretato come incapace di approvare le manovre più radicali dell'agenda democratica, come le tasse maggiori sulle fasce di reddito più elevate e sugli utili societari e di una maggiore regolamentazione nei settori energetico, finanziario e farmaceutico, oltre che in quello tecnologico, dove si sarebbe potuto assistere a una stretta dell'antitrust contro le big tech (i titoli farmaceutici dovrebbero essere i primi beneficiari della linea più morbida del "Divided Government", visto che sul comparto tecnologico gravano, in ogni caso, valutazioni non a buon mercato).
Scongiurata l'eventualità dell'onda blu, i mercati possono brindare all'avvicendamento al vertice: l'insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca libera, infatti, il panorama politico della leadership difficilmente prevedibile di Donald Trump. La consultazione elettorale restituisce agli Stati Uniti un leader moderato che, facendo di necessità virtù, potrebbe riuscire a far collaborare con il suo governo anche i Repubblicani più centristi, disillusi da Trump. Una linea politica di riconciliazione nazionale e più bi-partisan sarebbe quanto mai auspicabile in una fase complicata per gli USA e per il mondo, ancora alle prese con la pandemia di COVID-19. Tutto ciò richiede, ovviamente, l'uscita di scena di Trump che, non essendo figura di apparato, dovrebbe risultare alquanto agevole, anche se andrà negoziata con l'interessato.
I campi in cui il cambio di guida si avvertirà maggiormente saranno quelli in cui il Presidente ha maggiore autonomia decisionale, ossia in materia di politica estera e commerciale. È lecito attendersi un ritorno al multilateralismo e l'abbandono della dialettica aggressiva di Trump: se da un lato la retorica anti-cinese è destinata a permanere, pur con toni più moderati (la rivalità con il colosso asiatico è, di fatto, bi-partisan), è plausibile una rinnovata adesione degli Stati Uniti alle organizzazioni internazionali, vituperate dall'ultima amministrazione, a partire dal WTO. Un atteggiamento che sui mercati finanziari dovrebbe favorire nel corso dei prossimi anni gli asset emergenti.
Ma non solo, nel quadro del maggiore impegno democratico sulle tematiche ambientali, Biden ha già annunciato che gli USA rientrerebbero immediatamente all'interno delle linee guida dell'Accordo di Parigi del 2015 in tema di lotta al cambiamento climatico (positivo per i titoli delle energie rinnovabili e, in generale, per le azioni legate alla transizione energetica verso modelli più sostenibili).
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