Saranno gli investimenti a rappresentare il principale volano di ripresa, favoriti da un'iniezione senza precedenti di fondi europei che punta su transizione green, innovazione, digitalizzazione e automazione
A partire dai mesi estivi, l'industria manifatturiera italiana ha registrato un recupero intenso e diffuso alla gran parte dei settori, che tuttavia, in un quadro ancora fortemente incerto, non potrà impedire, anche in assenza di nuovi lockdown generalizzati, un calo del fatturato del 14.3% a prezzi costanti a consuntivo 2020.
Per il 2021-22 è previsto un significativo rimbalzo del fatturato manifatturiero, dietro l'ipotesi di una gestione più efficiente dell'emergenza sanitaria: se l'attuale escalation dei contagi non dovesse essere arginata con le misure varate e non dovessero arrivare nei tempi attesi cure efficaci e vaccini, si potrebbe, infatti, innescare una crisi di fiducia che condizionerebbe le prospettive del prossimo biennio.

In ogni caso, gli investimenti saranno volano di ripresa, grazie a un'iniezione senza precedenti dei fondi europei che punta su transizione green, innovazione, digitalizzazione e automazione per accelerare i processi di trasformazione già in atto.
Sono alcune delle considerazioni contenute nel "Rapporto di Analisi dei Settori Industriali", curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e Prometeia.
Ne abbiamo parlato con Gregorio De Felice, Capo economista Intesa Sanpaolo.
Quali sono le principali evidenze emerse nel Rapporto?
Un primo aspetto riguarda la rapidità della ripresa del nostro manifatturiero subito dopo il lockdown primaverile: nel terzo trimestre, produzione industriale e fatturato sono cresciuti a ritmi più vivaci rispetto ai principali partner europei.
Una vera e propria ripresa a "V".
Un secondo punto riguarda le prospettive dell'Italia, nell'ottica del Green Deal europeo.
Il nostro Paese appare ben posizionato nel percorso verso la neutralità climatica europea: grazie ad uno sforzo di innovazione, il manifatturiero italiano è il secondo meno intensivo di emissioni inquinanti dopo quello tedesco, davanti a Francia e Spagna.
Come chiuderà l'Italia questo annus horribilis? Quanto "pesa" l'impatto del COVID-19?

Il forte recupero dei mesi estivi non è sufficiente per ripianare i crolli primaverili, a fronte anche delle incertezze sorte sul quarto trimestre a causa della nuova ondata pandemica in corso.
I rischi legati alla difficoltà di gestire la pandemia gettano ombre sulla solidità di ripresa del mercato interno e dei principali sbocchi internazionali.
Le misure cautelative, sommate al clima di incertezza e preoccupazione, rischiano infatti di frenare alcune categorie di consumi (turismo e servizi ricreativi, ristorazione, trasporti, abbigliamento), con riflessi a cascata nei settori industriali connessi (produzione di mezzi di trasporto e moda su tutti).
A consuntivo, prevediamo una caduta del 14,3% del fatturato manifatturiero in media d'anno, a prezzi costanti.
Quali sono le previsioni per il 2021?
Ci attendiamo un significativo rimbalzo del fatturato manifatturiero, ad un tasso di crescita medio annuo dell'8% a prezzi costanti.