Settore bancario europeo: un futuro messo a dura prova
Barbara Mainieri (DPAM): il comparto è indubbiamente a rischio a causa dell'incapacità di generare un sufficiente ritorno sul capitale, che è ad oggi inferiore al costo del capitale stesso
A differenza delle passate crisi finanziare, l'attuale depressione economica non è stata generata dal sistema bancario e finanziario, bensì le banche sono state utilizzate da parte dei governi centrali come strumento per veicolare il supporto e gli aiuti all'economia. La maggior parte dei governi dei paesi membri dell'Unione Europea ha attuato politiche fiscali e di bilancio espansive per sostenere l'economia e la liquidità nel sistema. A sua volta, la BCE ha approvato delle misure di sostegno temporanee volte a mantenere la solidità del sistema bancario europeo, ad assorbire potenziali perdite derivanti dalla crisi e a supportare l'erogazione del credito bancario verso l'economia reale.
La crisi economica da pandemia fa presagire un forte incremento delle sofferenze, e la persistenza di tassi di interesse negativi comprime la redditività delle banche. Il rischio è che le misure di supporto attuate dai governi europei per mitigare l'impatto economico negativo riducano la trasparenza dei bilanci e nascondano il reale livello di sofferenze del settore: circa il 15-20% dei prestiti delle banche europee sono infatti erogati a settori altamente colpiti dalla pandemia.
Tale rischio è particolarmente pronunciato nei paesi periferici dove il tasso di crescita delle sofferenze è in genere più elevato. Recentemente, l'ABI ha messo in evidenza che il comparto italiano del credito, con un livello di sofferenze superiore alla soglia guida fissata dell'Autorità Bancaria Europea (EBA) del 5% lordo del totale dei finanziamenti, è sottoposto ad una forte pressione regolamentare. Il rischio che il trend in diminuzione delle sofferenze di questi anni possa subire un'inversione di tendenza è tangibile. Nel periodo 2016-2020, infatti, le cessioni di crediti in sofferenze hanno raggiunto circa 150 miliardi di euro e ulteriori 20 miliardi di euro sono previsti per il resto del 2020.
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