Quanto contano le banche centrali per la ripresa globale?
Jeremy Lawson (Aberdeen Standard Inv.): in ogni caso non possono affrontare la crisi da sole, hanno bisogno di un partenariato fiscale efficace ma, qualsiasi soluzione si adotti, devono farne parte
Da quando la portata e l'estensione della crisi generata dal COVID-19 sono diventate più chiare, abbiamo evidenziato quanto una solida ripresa debba essere supportata dal continuo sostegno finanziario dei governi e delle banche centrali. Nonostante l'apprezzamento per l'iniziale risposta fornita dalla maggior parte delle autorità, è evidente che più recentemente tale slancio sia in parte venuto meno. I governi sono concentrati sulle strategie di uscita dai loro programmi di sostegno o, nel caso degli Stati Uniti, non riescono a risolvere i disaccordi legislativi relativamente alle dimensioni e alla portata di ampi programmi. Non siamo (ancora) sull'orlo del precipizio, ma si potrebbe commettere un errore sul fronte della politica fiscale.
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Se non altro le banche centrali non intendono ridurre le dimensioni del loro sostegno, e probabilmente indicherebbero il diffuso calo dei tassi d'interesse reali a conferma dell'adeguatezza della loro politica. Ma alcune sembrano dormire sugli allori. Sono pochi i segnali che indicano una vera e propria revisione radicale degli obiettivi e dei quadri di riferimento, il che è pericoloso poiché la strada più probabile verso uno scenario deflazionistico a lungo termine, distruttivo per gli asset rischiosi, è l'esitazione delle politiche.
Quali banche centrali possono condurre economie e mercati verso la piena occupazione?
Abbiamo classificato le principali banche centrali del mondo secondo criteri ampiamente riconosciuti quali indicatori chiave di successo:
1. Stabilità dei prezzi - misurata in base alla loro capacità di minimizzare gli scostamenti dell'inflazione core dai rispettivi obiettivi tra il 2008 e il 2019;
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2. Piena occupazione - misurata in base alla loro capacità di limitare l'entità degli output gap tra il 2008 e il 2019;
3. Stabilità finanziaria - misurata dall'accumulo del debito pubblico e privato tra il 2008 e il 2019;
4. Proattività - misurata dalla reattività delle politiche durante l'attuale crisi.
Può sembrare ingiusto classificare le banche centrali in base a criteri che non rientrano pienamente nel loro controllo. È quindi importante notare che da tale esercizio abbiamo escluso alcune importanti banche centrali perché i loro obiettivi sono stati ritenuti sufficientemente diversi da escluderle dalla classifica. In questo elenco rientrano la People's Bank of China (PBOC) e la Monetary Authority of Singapore (MAS), ma anche la Reserve Bank of India (RBI), che di recente è passata a un regime di "inflation targeting". Più in generale, è difficile creare un quadro di riferimento equo sia per le banche centrali dei mercati emergenti sia per quelle dei mercati sviluppati. I nostri parametri sono più severi in rapporto ai mercati emergenti, ma ciò dimostra quanto sia difficile imprimere i miglioramenti che molte di queste realtà stanno cercando di realizzare a costo di grandi sforzi.
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