In Italia si dichiara sotto pressione il 66% dei lavoratori
Campagnoli (ADP): lo stress da COVID-19 con problemi di autoisolamento e sicurezza sul lavoro incidono molto, mentre il "superlavoro" rappresenta un rischio per chi lavora in smartworking. Le HR non devono trascurarli
È del 23% la percentuale di coloro che in Italia dichiarano di risentire mentalmente e fisicamente di ansia a stress da lavoro ogni giorno, praticamente un italiano su 4. Un altro 43% dice di vivere questa situazione non giornalmente, ma settimanalmente, spesso anche due o tre giorni a settimana. Circa il 18% prova malessere solo poche volte al mese, mentre un fortunato 12% dichiara di non sentirsi mai stressato.
I numeri emergono dalla survey "The Workforce View 2020 - Volume Uno" realizzata da ADP, multinazionale leader nell'ambito della gestione delle risorse umane, che ha intervistato circa 32500 lavoratori in tutto il mondo, 2000 in Italia, esplorando le opinioni dei dipendenti riguardo alle problematiche attuali sul posto di lavoro e il futuro che si aspettano.
La fascia d'età più colpita è quella tra i 35 e i 54 anni: si dichiara giornalmente sotto pressione il 26%. Anche dopo i 55 anni la percentuale rimane alta al 23%, mentre scende al 20% dai 25 ai 34 e al 13,5% dai 18 ai 24 anni. Non vi sono invece differenze significative tra i sessi: uomini e donne si sentono stressati nella stessa misura.
Sommando le risposte di chi si sente stressato tutti i giorni, chi più volte a settimana o chi prova ansia solo qualche volta al mese, è possibile tracciare una classifica dei settori in cui i lavoratori risentono maggiormente di stress. Al primo posto il settore della finanza (bancario, assicurativo, intermediazioni) con una percentuale del 93%, seguono i servizi professionali con il 90% (pubblicità, pubbliche relazioni, consulenza, servizi commerciali, legale, contabilità, architettura, ingegneria, progettazione di sistemi informatici) e chi lavora nel campo media/informazione (editoria, radio, televisione, cinema...) con l'87%.
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