Tre ragioni che spiegano la crescita dei titoli tecnologici
Bienvenu (La Financière de l'Echiquier): il mercato non è impazzito. Le aziende legate a internet approfittano della crisi sanitaria e fanno ormai parte delle tematiche di lungo termine
Tesla: 67% da inizio giugno. Amazon si aggiudica il 30%, Apple il 20%...
Gli alberi non andranno in paradiso, ma gli elettroni dovrebbero aver trovato la strada!
Nello stesso periodo, negli Stati Uniti e altrove si assiste a un'esplosione del numero di persone contagiate benché, è giusto sottolinearlo, il numero giornaliero di decessi non aumenti in proporzione. Si annunciano piani sociali di vasta portata e intere regioni si ritrovano ancora una volta in lockdown, come Melbourne e i suoi 4 milioni di abitanti.
Il mercato, e quello dei titoli tecnologici soprattutto, è quindi impazzito? Ci stiamo inoltrando in una bolla pronta a esplodere?
Innanzitutto, non bisogna confondere Tesla con i titoli tecnologici in generale, soprattutto quelli legati a Internet. Se Tesla è certamente tecnologica nulla ha a che fare con Internet. Si tratta di una posizione molto speculativa contrariamente a tanti titoli tecnologici che sono andati alle stelle, ma si sono al momento dimostrati redditizi.
In secondo luogo, sarebbe molto pretenzioso volersi dimostrare categorici circa l'esistenza di una bolla. Vedremo cosa ci riserverà il futuro anche se non ne siamo oggi convinti perché non mancano, secondo noi, le ragioni che giustificano la crescita dei titoli tecnologici.
Il motivo principale è che i titoli "stellati" legati a internet approfittano meccanicamente della maggiore incertezza legata alla crisi sanitaria. Se si decideranno nuovi lockdown locali, se rimarrà il telelavoro, se l'incertezza sanitaria continuerà a farsi sentire per mesi o anni, i titoli legati alla dematerializzazione e alla robotizzazione avranno tutte le ragioni per progredire ulteriormente. Svolgono il ruolo di bene rifugio nonostante il loro rischio intrinseco. Più la crisi sarà lunga, più ne trarranno beneficio.
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