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17/06/2020

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L'economia digitale e l'eCommerce sono la sfida per le PMI

 

Quarenghi (Visa): il Paese deve evolversi e il commercio elettronico è un canale che deve essere incentivato e sviluppato. Così come i pagamenti digitali 

Con l'Italia chiusa per la pandemia da COVID-19 due milioni di persone hanno scoperto l'eCommerce. E questo può rappresentare un fattore decisivo per la ripresa. Ne abbiamo parlato con Enzo Quarenghi, Country Manager di Visa in Italia.
Cos'è accaduto durante il lockdown?
Durante il periodo di lockdown c'è stato il picco negativo di spesa, come dicono i dati, ma c'è stato un balzo per il mercato dei pagamenti digitali. Alcuni settori, anche se questa non è una novità, sono stati molto più impattati di altri dalla chiusura, in particolare alcune categorie merceologiche come i viaggi, la ristorazione e tutto quanto legato al turismo hanno sofferto più di altre categorie. Uno spunto interessante però è vedere come hanno reagito alcuni operatori del settore, perché abbiamo visto che c'è chi ha perso dal 70 al 90 per cento di fatturato, con grande sofferenza della piccola media impresa che ha avuto bisogno e ha bisogno di aiuto per riprendere e ripartire, ma certamente quelli che avevano accesso all'online come piattaforma distributiva e ricettiva hanno avuto un vantaggio.

L'economia digitale e l'eCommerce sono la sfida per le PMI

Il commercio comunque si lecca le ferite.
Purtroppo possiamo sottolineare solo chi ha potuto contenere i danni e far fronte a parte del business perso dovuto al calo complessivo dei volumi. Un altro elemento molto rilevante riguarda i business di prossimità, che hanno avuto una grossa impennata. Parlo soprattutto di chi questi business li aveva già creati, era pronto per l'asporto e comunque anche chi si è adeguato in corsa ha almeno visto generare entrate. E poi la distribuzione digitale, che non ha subito il contraccolpo di altri settori.
Cosa vi attendete dal settore turistico?
Considerando che il lockdown è finito e si può circolare, ci aspettiamo una certa ripresa anche se nell'arco tra la fine del 2020 e del 2021 non riteniamo probabile un rientro ai livelli, chiamiamoli pre crisi. Sarà un settore che soffre probabilmente ancora per i prossimi 12-18 mesi prima di tornare a una "pseudo normalità". Ora c'è una nuova normalità.

E cosa sta facendo Visa in questo periodo?
Stiamo cercando di lanciare delle iniziative a favore della piccola media impresa, per cercare un po' di stimolare queste realtà. Molte attività sono disorientate e per il nostro Paese le PMI rappresentano la struttura portante, è la dorsale della nostra economia. Bisogna concentrarsi ad aiutarle.
Che cosa ci porteremo nella nuova normalità di questo periodo?
Due milioni di persone che prima non erano online hanno abbracciato lo shopping digitale e questo è un percorso da cui non si torna indietro. In Italia c'è ancora molta strada da fare per quanto riguarda il commercio elettronico, ci sono ancora dieci milioni di persone che non hanno accesso a internet o comunque non fanno uso di commercio elettronico, ma nel periodo del COVID-19 due milioni in più si sono affacciati a questo strumento. E' impossibile fare una previsione di cosa succederà a settembre o ad ottobre o fino a dicembre, non sappiamo se poi il coronavirus sarà davvero sparito , non sappiamo se tornerà, ma quello che sappiamo di per certo è che l'economia digitale e l'eCommerce continueranno a crescere. Bisogna che le PMI che non sono ancora attrezzate per l'accesso a questi canali distributivi si dotino di questi di queste funzionalità per avere un canale in più, che sarà comunque disponibile e validissimo in ogni circostanza.

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Il digitale deve spiccare il volo.
Sappiamo che l'accesso alla piattaforma distributiva di carattere il digitale per le piccole medie prese a volte è molto complesso, o per la mancanza di competenze o per le dimensioni, e per questo abbiamo creato una piattaforma, che noi chiamiamo toolkit, per le PMI. E' un'iniziativa senza fini di lucro, noi abbiamo fatto da tramite per le imprese insieme a una serie di partner che li possono agevolare a introdurre il commercio elettronico in modalità relativamente semplice, veloce ed economico. Abbiamo creato dei percorsi anche educativi e formativi che partono dal nostro sito per fornire una prima forma di informazione con messaggi semplici. Da lì, li guidiamo verso le piattaforme dei nostri partner e loro li supportano nella creazione del commercio elettronico. Vale per qualsiasi tipologia merceologica, senza limitazioni.

Un progetto concreto.
L'Italia è stata nel mondo Visa la prima a lanciare questo genere di iniziativa, poi altri altri Paesi che hanno visto il lancio si sono interessati. Qui è dove c'è più necessità di migliorare l'accesso a internet e l'accesso al commercio elettronico.
Qual è il passo che deve compiere il Paese?
Ci sono "n" prossimi passi per il Paese, non ce n'è uno. Questa crisi generata dal COVID-19 ha abbattuto il prodotto interno lordo, che rischia di tracollare dal 9-10 per cento e quindi, secondo me, il primo obiettivo del Paese è che deve evolvere. Abbiamo una grandissima possibilità di crescere dal punto di vista dei pagamenti digitali, di combattere l'economia sommersa e quindi uscire da una situazione ormai insostenibile perché così la pressione fiscale non potrà mai calare. Solo se tutta l'economia sarà in chiaro potremo avere un'evoluzione. I pagamenti digitali sono senz'altro un aiuto da questo punto di vista per favorire l'emersione, ma anche per semplificare la vita alle persone, ma non è una questione aziendale. Visa non ha nella mission la volontà di costringere tutti a pagare con la carta o comunque in digitale, questa è un'opzione per i clienti. Nel nostro modello ideale, un cliente deve poter pagare con carta, se vuole poter pagare in contanti e deve avere questa opzione, ma oggi non è così. I nostri clienti non hanno questa opzione e in un sacco di casi non avviene.

Vedete un'attenzione da parte delle istituzioni?
Il governo ci sta lavorando tanto, noi stiamo partecipando in un sacco di tavoli governativi per definire quali sono le migliori iniziative e il miglior modo di guidare i pagamenti digitali perché è una naturale evoluzione. A mio avviso, ma è anche l'avviso di Visa, non è certo utile costringere le persone a pagare in digitale, serve cultura ed educazione e qualche incentivo per far crescere la consapevolezza, anche dei costi. Non bisogna dimenticare che anche il contante ha un costo, c'è la falsa credenza che il contante non costi nulla, ma è la cosa più costosa e rischiosa che possa esistere. Un esempio di una cosa su cui stiamo lavorando molto è l'innalzamento del limite contactless, in questo momento posizionato a 25 euro mentre in tutti gli altri paesi d'Europa questo limite è stato innalzato a 50 euro. L'Italia sta valutando di portarlo a 50 euro, noi chiaramente avremmo potuto imporlo ma non è il nostro stile. Abbiamo fatto una consultazione con la Banca d'Italia e con i principali istituti di credito anche cercare di fare un'operazione mantenendo i costi al minimo per questo tipo di implementazione che però riteniamo assolutamente necessaria. Visto che i rischi connessi al pagamento contactless sono sostanzialmente minimi e la frequenza dei pagamenti tra 25 e 50 euro è molto elevata, quindi aprire molte più possibilità per l'utente di scegliere il contactless con tutti i vantaggi che se ne traggono in questa fase.

Voi siete noti per realizzare molte iniziative intorno alla moneta elettronica. Cosa state realizzando in questo momento?
Ne abbiamo diverse, a partire di quella menzionata per le PMI che manterremo probabilmente per tutto l'anno e anche per l'anno prossimo. Oltretutto la compagnia ha stanziato 200 milioni di dollari a livello internazionale, dei quali 60 andranno direttamente tramite a donazioni presso Onlus e 140 andranno invece investiti presso nostri partner che collaborano con noi nei vari progetti. Visa ha sempre investito nel nostro Paese, anche se i nostri piani precedenti al COVID-19 erano destinati al business del turismo e a quello che noi chiamiamo crossboard, agli italiani che vanno all'estero. Con le previsioni che vedono ridursi il numero dei turisti, almeno nel breve, la nostra intenzione è di mantenere lo stesso livello di investimento e puntare sulla nell'area del eCommerce. Continueremo il nostro percorso formativo verso i consumatori, garantendo la sicurezza dei pagamenti. Non calano gli investimenti ma li distribuiamo verso le abitudini di consumo.



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