Negri (Cerved): il dato attuale è del 4,9%. Con un secondo lockdown vedremo punte del 22% nelle costruzioni, del 19,1% in hotel e ristorazione, del 18,9% nei servizi
Il 15,5% delle imprese italiane a rischio di fallimento nel caso di nuove ondate del COVID-19, con ulteriori lockdown che potrebbero durare fino a sei mesi. La probabilità di questo scenario è "bassa", secondo gli analisti di Cerved Rating Agency, ma gli effetti potenzialmente molto pesanti: con un peggioramento così marcato dello scenario macroeconomico e un elevato rischio Paese, la probabilità di default triplicherebbe (dal 4,9% attuale al 15,5%), con punte del 22% nelle costruzioni, del 19,1% in hotel e ristorazione, del 18,9% nei servizi.
Sono i risultati dello studio "Evolution and impacts of the COVID-19 pandemic emergency on Italian non-financial corporates" di Cerved Rating Agency, agenzia di rating del Gruppo Cerved tra le prime in Europa che attribuisce il merito creditizio alle imprese sul territorio nazionale, su un campione di 30 mila società. Un'analisi che aggiorna in senso peggiorativo la precedente, rilasciata a febbraio, in cui a rischio fallimento nel caso più drastico era un'azienda italiana su dieci.
"L'innalzamento della probabilità di default risulterà molto differenziata, non solo per il diverso impatto del Covid19, ma anche per le tendenze che potrebbero emergere nel post-Covid", commenta Fabrizio Negri, amministratore delegato di Cerved Rating Agency. "In base a questo, abbiamo raggruppato i settori, considerando non solo l'evoluzione del commercio internazionale, del digitale e del futuro del lavoro, ma anche la possibilità di ?reshoring' e di ?revenge spending'".
Secondo lo scenario più pessimistico, i settori con la più alta probabilità di default sarebbero le costruzioni (22%), i servizi di alloggio e ristorazione (19,1%) e le attività di supporto al settore turistico (18,9%). Viceversa, quelli più resilienti, dunque con un rischio più basso, risulterebbero farmacie (6,5%), l'industria alimentare (6,8%), il commercio al dettaglio alimentare (7,9%). La percentuale aumenterà in misura maggiore per le imprese piccole (dal 10,7% al 21% per le microimprese) e meno strutturate (28% per le imprese individuali); dal punto di vista geografico, la probabilità di default è attesa in forte crescita in tutta la Penisola, con un picco del 17,8% nel Mezzogiorno (dal 9,3%).
Il COVID-19 si è rapidamente diffuso in tutto il pianeta e gli effetti economici di questa emergenza sono già evidenti. Il conto finale dipenderà dall'evoluzione dell'epidemia: molti esperti paventano l'eventualità di nuove ondate del contagio in autunno e non è ancora chiaro se (e quando) sarà disponibile un vaccino.
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