Europa: la resilienza delle banche fa sperare in una ripresa rapida
Wieladek (T. Rowe Price): è probabile che il settore delle aree core in Europa si mostrerà resiliente sia nel 2020 che nel 2021, con l'illustre eccezione della Germania
L'economia dell'eurozona sarà colpita in questa prima parte del 2020 dalla più forte recessione in Europa dal secondo dopoguerra, ma probabilmente resisterà al suo impatto per poi riprendersi con forza nella seconda metà dell'anno.
Gli acquisti aggressivi di asset da parte della Banca centrale europea (BCE) aiuteranno i Paesi membri ad assorbire il contraccolpo del coronavirus e forniranno un forte supporto alle obbligazioni sovrane, portando a una convergenza degli spread del debito core e di quello periferico.
Nonostante l'ampliamento dei deficit fiscali nazionali, con un aumento previsto del disavanzo di bilancio dell'Eurozona tra il 4,2% e il 5% e un rapporto deficit/Pil che dovrebbe toccare il 95%, non riteniamo che le agenzie di rating puniranno i Paesi europei, almeno a breve termine. Il downgrade degli outlook da positivo a stabile o negativo è una possibilità, ma è probabile che i declassamenti diretti saranno rari. A nostro avviso, le agenzie aspetteranno di vedere la velocità della ripresa economica e di monitorare il modo in cui i governi gestiranno i deficit nel 2021-2022.
Bisogna considerare che, nonostante la quantità di nuovi finanziamenti richiesti dai governi, l'ammontare complessivo del debito sovrano scambiato sui mercati rimarrà probabilmente invariato, per via degli acquisti della BCE, che a nostro avviso supereranno gli 800 miliardi di euro, pari al 150% delle nuove emissioni nette.
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