Bene la garanzia sull'assicurazione dei crediti. Ma serve di più
Tarroni (Workinvoice): occorre l'introduzione di norme che proibiscano alle grandi imprese capofiliera di vietare la cessione delle fatture e la richiesta alle grandi aziende di rispettare i tempi di pagamento verso le PMI
Sulla scorta di quanto avviene in Francia e Germania, il Decreto Rilancio introduce per la prima volta nel nostro Paese uno strumento di riassicurazione di Stato sui crediti commerciali.
Un'iniziativa coraggiosa e finalmente di rottura: non c'era stato nulla finora nella sequela di Decreti anti COVID-19 che prendesse in considerazione qualcosa di diverso dal credito bancario per fornire liquidità alle imprese, di fatto aggravandone la posizione debitoria.

Si tratta di una misura di importanza fondamentale in un contesto in cui, secondo un sondaggio realizzato da Workinvoice e Cribis ad aprile, oltre il 70% delle imprese dichiara che esaurirà la propria liquidità entro 90 giorni.
Altrettanto importante, però, sarà chiarire con quali procedure e a quali costi le assicurazioni potranno accedere a questo strumento, oltre che valutare i dati sugli insoluti delle aziende.
Infine, ma non meno rilevante, sarà procedere con un'azione sulle filiere: fare in modo che la cessione dei crediti commerciali non venga vietata dai capofiliera (come spesso accade) e convincere le grandi imprese a pagare le piccole in maniera puntuale.
Ma procediamo con ordine.
Perché serve la garanzia per le assicurazioni sul credito
Facciamo un piccolo passo indietro.
Estendere le garanzie dello Stato alle assicurazioni sul credito, in un Paese in cui già in tempi normali le fatture B2B tardano a essere pagate, è un acceleratore importante per i tempi di incasso.
E quello dei tempi è un tema che riguarda e penalizza soprattutto le piccole e medie imprese, con pagamenti che arrivano ben oltre i 120 giorni, rispetto ai 50 giorni della media europea e ai 10-20 giorni della Germania.
In questo contesto, le coperture assicurative hanno il potenziale per incentivare la cessione dei crediti commerciali e liberare risorse fino a 300 miliardi.
A tanto ammonta, secondo l'ultimo Osservatorio del Politecnico di Milano, la quota di fatture non ancora pagate che le imprese italiane hanno in pancia.

Tuttavia, in questo momento in cui aumenta il rischio di insolvenza, a causa dell'azzeramento dei fatturati dovuto al blocco delle attività , è chiaro che le compagnie di assicurazione debbano essere incentivate a fornire una copertura: incentivo che arriva appunto dalla garanzia pubblica.
I vantaggi evidenti degli interventi a sostegno del credito commerciale sono almeno due: si tratta di una misura mirata che consente di allocare le risorse non "a pioggia" (rischiandone la dispersione anche verso aziende che erano già in difficoltà prima dell'emergenza), ma esattamente nel sistema produttivo, laddove possono creare valore.
A fronte di ogni fattura esiste infatti un bene o un servizio scambiato tra imprese attive e operative, che hanno reale probabilità di ripartire.
Inoltre, questo meccanismo può innescare un circolo virtuoso che ha effetti moltiplicativi a cascata: se un'azienda incassa la fattura in tempi brevi perché è riuscita a cederla a un intermediario finanziario, pagherà prima i fornitori, generando un effetto benefico sulla filiera.