Ripartenza a tinte verdi?
Delitala (Pictet AM): l'Europa sta rafforzando il proprio ruolo di apripista nell'ambito delle politiche legate all'ambiente
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È giunta l'ora di tornare alla normalità, o a qualcosa che ci assomigli.
Guidati dall'urgenza di non vedere le proprie economie collassare su sé stesse, molti Paesi stanno provando ad allentare progressivamente le misure di distanziamento sociale.
D'altronde, lo stesso Presidente della Fed Jerome Powell ha sottolineato come a preoccuparlo realmente siano i danni socio-economici permanenti che una recessione prolungata è in grado di produrre: fallimenti di numerose aziende, soprattutto nel segmento delle piccole e medie imprese che rappresentano una fetta importante dell'economia a stelle e strisce (lo stesso vale per l'Italia), e disoccupazione dilagante.

Negli Stati Uniti, nel solo mese di aprile sono stati distrutti quasi 20 milioni di posti di lavoro, con l'aggravante che rimanere a lungo senza impiego potrebbe rendere ancora più difficile trovare un lavoro quando l'economia ripartirà e le famiglie rischierebbero quindi di trovarsi intrappolate in una spirale di debito.
I rischi legati all'uscita dalla fase di lockdown sono evidenti e i Paesi che finora hanno intrapreso tale percorso stanno avendo effettivamente fortune alterne.
Se da un lato, infatti, in Paesi come la Danimarca, dove ci si è spinti fino a far tornare a scuola i bambini, la situazione è rimasta per il momento assolutamente sotto controllo, al contrario in Germania e Corea del Sud è stata registrata una rapida risalita dei casi di persone infette dal COVID-19.
Come detto, a motivare tale apparente fretta nel rimuovere il blocco totale dell'attività è la consapevolezza che l'unica via per poter far ripartire, almeno in parte, l'economia è permettere nuovamente alle aziende di produrre e alle persone di percepire il reddito e consumare.
Solo in questo modo e qualora tale percorso dovesse rivelarsi meno impervio del previsto e non si dovessero accendere nuovi focolai, l'economia potrebbe incanalarsi sul sentiero indicato dalle previsioni degli analisti, con un deciso rimbalzo già nella seconda metà di quest'anno per tornare poi ai livelli di output del 2019 nel corso del 2021.
Per contrappasso, la ripresa dell'attività economica comporterebbe dei chiari effetti negativi per l'ambiente.
In questi mesi di confinamento sociale, infatti, anche al pianeta è stata somministrata una potente cura: il calo nelle emissioni di CO2 registrato durante il lockdown non ha precedenti nella storia, almeno non dal 1900 in poi.