Prestiti agevolati per le imprese: è davvero quello che serviva?
Terrazzani (Ayming): per le PMI ci vogliono stanziamenti a fondo perduto, interventi fiscali, maggior visibilità e comunicazione per i bandi, con procedure più chiare e snelle
Dopo due mesi di lockdown, è finalmente partita la Fase 2, quella che dovrebbe consentire alle imprese di ripartire gradualmente, nella speranza di tornare pian piano a livelli di business accettabili, se non ottimali.
Sia per chi è ripartito ora che per chi non si è mai fermato, una costante è la forte necessità di liquidità immediata.
Per questo motivo, può a prima vista stupire il fatto che solo l'1% abbia fatto domanda per accedere ai prestiti agevolati da 25.000 euro.
E stiamo parlando evidentemente delle PMI, piccole-medie imprese italiane, che non sembrano sfruttare appieno le opportunità offerte dal governo con i decreti emanati.

Ma perché questo mancato riscontro? Le problematiche si possono articolare sui tre livelli:
Il primo, la necessità di una comunicazione tempestiva e chiara: c'è un tema di fondo di fruibilità dell'informazione;
Il secondo, la presenza di procedure articolate rispetto alle quali è necessario mettere a disposizione del singolo imprenditore un supporto che oggi sembra mancare o non essere adeguato.
A conferma di questo l'azione dell'ABI con l'obiettivo di snellire l'iter delle istruttorie bancarie, a partire dall'autocertificazione, ora ha redatto una sorta di "Testo unificato semplificato" di tutte le regole, emanate a seguito del decreto legge dell'8 aprile.
Solo così potremmo sbloccare in tempi rapidi i prestiti di liquidità , con garanzia pubblica.
Il terzo è più legato al merito dello strumento.
Tra un prestito agevolato e un fondo perduto, certamente dobbiamo lavorare oggi più che mai sul secondo.
Soprattutto pensando che le aziende sono indebitate e quindi il rischio di insolvenza con un ulteriore prestito aumenta.
E' importante che lo strumento proposto consenta all'azienda di pensare in modo lucido e prospettico e con una certa serenità agli investimenti futuri.
Così lo stesso ministro Gualtieri, proprio il 4 maggio ha anticipato delle azioni integrative che vanno in questa direzione.