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06/05/2020

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Mai come ora la tecnologia è essenziale per garantire continuità alle imprese

 

Ceccomancini (Infinidat): l'emergenza sanitaria ci ha costretto ad accelerare vertiginosamente un processo che tardava a realizzarsi. Occorre comprendere che la tecnologia è il vero elemento propulsore per un futuro competitivo

In questo periodo di quarantena per l'emergenza COVID-19, il livello di digitalizzazione del nostro Paese ha evidenziato tutte le sue lacune. Per anni le aziende hanno ritardato molte delle scelte necessarie per un reale passaggio verso la digital transformation e il lavoro ''agile'', ma si sono trovate a dover superare tutte le barriere, accelerando improvvisamente i processi di trasformazione: la connessione digitale rappresenta, infatti, insieme ad una tecnologia avanzata e adeguata, lo strumento chiave per evitare il blocco dell'intera economia italiana e permettere ai professionisti di continuare a lavorare. Lo smartworking è diventato la nuova ''normalità''.

Mai come ora la tecnologia è essenziale per garantire continuità alle imprese

Ma la digital transformation conseguente all'emergenza in atto, ha impattato su tantissimi altri ambiti, sicuramente meno evidenti dello smartworking e meno sotto gli occhi dei più, ma altrettanto importanti. Pensiamo per esempio al settore sanitario, dove sono stati sviluppati molti nuovi servizi ''senza contatto'', come la ''telemedicina'', grazie alla quale i medici possono controllare a distanza lo stato di salute dei propri pazienti, o all'eCommerce, così utile, o in generale allo sviluppo di piattaforme digitali, ad esempio per la didattica a distanza. Anche un settore ''vetusto'' come la scuola ha dovuto - anche se più lentamente - mettere in atto un processo di digitalizzazione importante.
Ma tornando al cambiamento più lampante attualmente in corso, ossia il lavoro agile, o smartworking, i dati raccolti dall'Osservatorio del Politecnico di Milano ad Ottobre 2019 parlavano di circa 510/520 mila smartworkers in Italia. Nelle ultime tre settimane, la stragrande maggioranza degli uffici e dei servizi sono passati a questa modalità. Si stima che, attualmente, solo nel nord Italia, si possono contare più di 2 milioni di lavoratori che continuano a svolgere le proprie mansioni ''a distanza''.

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Secondo Donato Ceccomancini, Country Manager Infinidat Italia, ''l'emergenza sanitaria ha contribuito inevitabilmente a modificare il modo di lavorare e rapportarsi alla tecnologia. In poche settimane si stima che il numero di dipendenti in smartworking sia almeno quadruplicato rispetto al normale regime. In un certo senso, ed estremizzando il concetto, il coronavirus potrebbe rappresentare ?l'opportunità' di cui le aziende italiane avevano bisogno per scardinare la propria routine e fare quel passo in avanti che hanno rimandato fino ad oggi. Nel momento di estrema necessità, le aziende hanno capito che investire in tecnologia, in strumenti più performanti e tecnologicamente avanzati, in dispositivi mobili, in sicurezza di rete e in soluzioni di storage all'avanguardia era l'unico modo per evitare il lockdown totale dell'attività. Ma c'è un altro aspetto importante da considerare: la mole di dati. Già altissima pre-emergenza, in questo momento è ulteriormente cresciuta e le aziende devono essere in grado di gestirla, assicurando sempre la continuità dei propri servizi. Essere veramente Always On, questo è un fattore di differenziazione competitiva. È necessario dunque assicurarsi di poter intervenire tempestivamente in caso di mal funzionamenti o guasti e, in questo momento di distanziamento sociale, durante il quale non si può intervenire fisicamente con il supporto di tecnici, le aziende devono poter contare su tecnologie e partner che possono supportarle anche da remoto in modo completo e continuo.

In un periodo di quarantena, dove le aziende decidono di chiudere i datacenter per prevenire contatti ravvicinati tra i tecnici, svolgere il 98% degli interventi da remoto, garantendo la continuità del business, per noi è la regola non un plus. Gli imprenditori devono comprendere che investire in tecnologia innovativa (meglio ancora se a prezzi competitivi) è un elemento propulsore per il futuro e che non possono più farne a meno per rimanere competitivi''.



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