22/04/2020

idee

Come sarà il mondo del dopo COVID-19?

 

De Berranger (La Financière de l'Echiquier): sarà forse meno fragile, ricco di insegnamenti tratti da questa emergenza. Se così sarà, il dramma che stiamo vivendo non sarà stato vano

Mentre l'epidemia di COVID-19 infuria e i mercati macinano record di volatilità al rialzo e al ribasso, può essere sano per la mente - e per le finanze personali - spingere lo sguardo oltre il breve termine, verso il mondo di domani. Senza pretese, e con le precauzioni (e mascherine) del caso, poiché l'impensabile può accadere più spesso di quanto si creda. Tuttavia, a volte l'orizzonte è più leggibile della strada per raggiungerlo. Tentiamo allora di scorgervi un qualche riferimento.

Una delle caratteristiche del mondo che si sta delineando è la revisione delle priorità degli Stati verso una maggiore resilienza. Spesso tese verso l'obiettivo di accrescere o conservare la propria potenza economica e militare, molte nazioni potrebbero concentrarsi nuovamente sul bisogno di garantirsi l'accesso ai servizi e ai beni essenziali, a volte abbandonati a se stessi o affidati a poteri esterni.
Tra questi servizi c'è la sicurezza sanitaria. Se vorranno continuare a mostrarsi legittimi, gli Stati dovranno moltiplicare gli sforzi finanziari per sostenere il proprio sistema sanitario, a qualunque prezzo. Con possibili risvolti finanziari per il risparmiatore, visto che i primi beneficiari potrebbero essere i laboratori di ricerca, l'industria farmaceutica in generale e tutto l'universo medico, inteso anche nei suoi aspetti immobiliari (ospedali, case di riposo?).

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In un mondo ora divenuto diffidente verso la globalizzazione, potrebbe essere prioritario avere le redini di tutto ciò che permette a un Paese di sopravvivere in caso di interruzione delle catene di approvvigionamento mondiali: energia, beni alimentari di base, armi, reti di trasporto, telecomunicazioni, informatica. Da un punto di vista finanziario, queste tendenze possono essere accentuate nei portafogli dei gestori agili ed essere perfino oggetto di fondi tematici.
In situazione di emergenza, il rafforzamento degli Stati passa attraverso un miglior controllo del debito ma anche dei capitali delle aziende nazionali. Vediamo già qualche accenno in questa direzione. Con i nuovi programmi di acquisti illimitati di obbligazioni, la Banca del Giappone, la BCE e la Fed per esempio saranno i primi grandi creditori dei propri Stati (o zone, come nel caso dell'euro). Un giorno forse, come fa già la BoJ, le Banche centrali deterranno una parte significativa delle azioni delle imprese della propria zona, in un quadro di operazioni indirette di nazionalizzazione. Questo proteggerebbe in parte il risparmiatore dai rischi legati alle condizioni finanziarie esterne, con tassi di interesse probabilmente ridotti ai minimi giacché fissati principalmente nell'interesse dello Stato debitore, o rendimenti per azione meno elevati, poiché il premio per il rischio sarebbe artificialmente compresso.

Si capisce come questa crisi potrebbe indurre una riconfigurazione della governance economica globale: forse all'orizzonte si intravvede un ritorno a un certo attivismo statale e al regionalismo. Chi l'avrebbe mai detto, fino a qualche settimana fa?
Questo nuovo mondo sarà forse meno fragile, ricco di insegnamenti tratti da questa emergenza. Se così sarà, il dramma che stiamo vivendo non sarà stato vano.
Olivier De Berranger, Chief Investment Offier di La Financière de l'Echiquier



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