Sport professionistico significa pubblico, broadcasting, sponsor, merchandising, eventi, pubblicità e tutti i servizi ad essi collegati. Una filiera a rischio
Il COVID-19 non sta mettendo a dura prova solo i sistemi sanitari delle varie nazioni, ma anche l'economia reale. Il divieto di circolazione e di assembramento ha di fatto anche chiuso il mondo dello sport.
In Europa e negli USA ogni sorta di torneo sportivo è stato interrotto o neanche fatto iniziare. I campionati nazionali di tutti gli sport si sono fermati, e i grandi tornei estivi sono stati spostati/cancellati, come gli Europei di calcio, i tornei di tennis oppure le gare di Formula 1, tanto per fare qualche esempio. Anche le olimpiadi di Tokyo sono state rinviate al 2021.
Sport professionistico significa pubblico presente, broadcasting, sponsor, merchandising, eventi, pubblicità e tutti i servizi ad essi collegati. Tutto questo si è fermato e genererà un impatto devastante su tutta la filiera, sia in termini di fatturato, sia di occupazione.
Facciamo qualche esempio. Le reti televisive puntano molto sullo sport dal vivo per le entrate pubblicitarie, e senza eventi andranno incontro a tempi molto difficili.
E anche le agenzie di pubblicità non vedono un futuro roseo. E' chiaro che la maggior parte dei brand ha congelato se non cancellato gli investimenti sullo sport.
Gli analisti di JPMorgan Chase hanno affermato che le aziende più grandi (e maggiormente indebitate), come WPP e Publicis, e quelle più esposte in Asia, come Dentsu, sono più a rischio a causa dei tagli delle spese degli inserzionisti, mentre IPG potrebbe fare meglio grazie ai suoi dati e alle attività sanitarie.
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