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01/04/2020

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I dati e la gestione ai tempi del COVID-19 - Punto e a capo

Siamo subissati di dati, informazioni e grafici, ma si è semplicemente confusi

Mai come in questo periodo c'è stato un interesse spasmodico intorno alle notizie e mai come in ora è capitato che le persone siano confuse.
Quello che accade, di fatto, è un sovraccarico di informazioni che non riescono a trovare riscontro l'una con l'altra.
Pare incredibile, ma il Consiglio dei Ministri aveva approvato il 31 gennaio 2020 di entrare in emergenza sanitaria, mentre si continuava a dire che non ci sarebbe stato un pericolo reale per il Paese, con informazioni difformi rilasciate, speriamo non ad arte, al Paese?
In questa fase, i social e i motori di ricerca non sono esattamente d'aiuto, perché entrambi sono mezzi che mostrano in prima battuta agli utenti le informazioni che i loro algoritmi reputano più appropriati a quegli utenti.
In pratica, la bolla cognitiva che si è sviluppata negli utenti ha due aspetti tecnici: la disinformazionie le fake news che diventano difficili da verificare e un informazione che omette alcuni dettagli.


Ve ne sarete accorti ogni volta che viene cambiato il modulo per la circolazione delle persone, scatenando una giungla di informazioni acchiappa click che fanno perdere tempo senza dare nessun valore all'utente, piuttosto che la lettura da parte degli esperti dei dati forniti dalla Protezione Civile che sembra lasci spazio ad interpretazioni, quando i dati sono dati, i malati sono malati e i morti purtroppo non hanno nessuno che li può piangere a un funerale.
Un bombardamento di informazioni e, dall'altro lato, la grande disponibilità di eventi di intrattenimento, nati naturalmente sui social dove cantanti e attori si prodigano per far passare il tempo al pubblico, visto che la stragrande maggioranza della popolazione è a casa, per fortuna sana ma annoiata.
La centralità dello strumento rete e dei dati, quindi, sta creando opportunità e occasioni, porta conforto con le video chiamate ai parenti e le chat di gruppo, ma anche tanta apprensione.
Il dato, quindi, è sempre centrale, ma sembra essere relativo. Sia per i dati intesi come informazioni, sia i dati intesi come intrattenimento.


Eppure il dato, per definizione, non può essere relativo. E' quello. Può essere utile o inutile. Nulla di più. @gigibeltrame su LinkedIn e su Twitter 

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