Non è pensabile che in un momento come questo l'Europa sia pressoché assente
Il coronavirus ha messo in ginocchio prima la Cina, poi l'Italia e oggi è diventato un problema globale.
In tutto questo, c'è un assente del tutto ingiustificato: l'istituzione europea.
Quando le persone sono a casa e si celebra la prima giornata mondiale dello smartworking, perché in fondo il 16 marzo 2020 è stato il momento cruciale per cui in quasi tutto il mondo, chi ha potuto lavorare da casa lo ha fatto. (Vi segnalo l'articolo precedente sulla divisione tra chi può accedere allo smartworking e chi no e il nuovo disagio sociale).
In tutto questo trambusto e cambiamento delle abitudini delle persone, non si sente la presenza dell'Europa.
La casa di tutti, come volevano i padri fondatori, sembra aver perso totalmente la spinta. Non mi riferisco alla fornitura di mascherine o prodotti medicali, mi riferisco alla tecnologia, che è l'argomento di questa rubrica.
E sì, non una parola per favorire il processo di cambiamento che per molti è traumatico. Ricordiamo che l'Europa è composta da 27 componenti e non tutti sono esattamente allo stesso stato di adozione di tecnologia informatica o disponibilità di banda internet.
Non una parola su nessun argomento da coloro che si perdono nelle ''dimensioni dei piselli'', è una provocazione, ma è chiaro che serve un supporto all'economia in questo momento, un supporto che deve essere strutturale e quelle che una volta venivano chiamate ''le autostrade informatiche'' rappresentano un asset fondamentale dell'Unione.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo