L'interazione uomo-macchina fondamentale per l'industria italiana
Bartolotta (Eaton): il design delle macchine è diventato un elemento distintivo dell'offerta
L'interazione uomo-macchina è diventata vitale per le industrie.
Non c'è settore che non sia sensibile all'argomento.
Ne abbiamo parlato con Massimo Bartolotta, Segment Manager MOEM di Eaton Italia.
Cosa sta accadendo sul mercato?
Il trend dell'automazione è inarrestabile.
Oggi le aziende avvertono il bisogno di avere a disposizione macchinari che possano essere facilmente comandati dall'uomo, anzi, che possano agevolare l'interazione.

Attualmente i costruttori di macchinari sanno che gli operatori finali desiderano avere sistemi in cui i comandi e gli elementi siano facilmente reperibili e sta diventando sempre più un fattore differenziante.
Una questione di design?
Assolutamente.
Da un lato il design delle macchine, sempre più gradevoli alla vista, dall'altra il design di interazione, ma soprattutto, molta attenzione agli equivoci.
Non bastano più i comandi semplici, devono essere auto esplicativi in modo da evitare lo sforzo mnemonico ma soprattutto gli errori.
Gli incentivi del governo per l'Industria 4.0 sono serviti?
Le aziende hanno iniziato a prendere confidenza con un certo modo di fare innovazione, ma i termini degli incentivi sono troppo generici oggi, riguardano la facilità di interazione, ma non sono sufficientemente specifici.

Per esempio, quando parliamo di pulsanti, le dimensioni sono fondamentali, penso a quelli da 30 mm, ma soprattutto il design deve assomigliare a quello degli ascensori moderni.
Ci sarebbe un altro elemento che merita una migliore copertura: macchinari che ricordino i comportamenti degli utilizzatori.
Siamo abituati a questo comportamento da parte degli smartphone, è assurdo che non avvenga per i macchinari industriali.
Industria 4.0 ha avuto difficoltà nel venire sfruttata soprattutto nelle PMI.