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25/03/2020

digital

L'interazione uomo-macchina fondamentale per l'industria italiana

Bartolotta (Eaton): il design delle macchine è diventato un elemento distintivo dell'offerta

L'interazione uomo-macchina è diventata vitale per le industrie. Non c'è settore che non sia sensibile all'argomento. Ne abbiamo parlato con Massimo Bartolotta, Segment Manager MOEM di Eaton Italia.

Cosa sta accadendo sul mercato?

Il trend dell'automazione è inarrestabile. Oggi le aziende avvertono il bisogno di avere a disposizione macchinari che possano essere facilmente comandati dall'uomo, anzi, che possano agevolare l'interazione.
Attualmente i costruttori di macchinari sanno che gli operatori finali desiderano avere sistemi in cui i comandi e gli elementi siano facilmente reperibili e sta diventando sempre più un fattore differenziante.

Una questione di design?

Assolutamente. Da un lato il design delle macchine, sempre più gradevoli alla vista, dall'altra il design di interazione, ma soprattutto, molta attenzione agli equivoci. Non bastano più i comandi semplici, devono essere auto esplicativi in modo da evitare lo sforzo mnemonico ma soprattutto gli errori.



Gli incentivi del governo per l'Industria 4.0 sono serviti?

Le aziende hanno iniziato a prendere confidenza con un certo modo di fare innovazione, ma i termini degli incentivi sono troppo generici oggi, riguardano la facilità di interazione, ma non sono sufficientemente specifici. Per esempio, quando parliamo di pulsanti, le dimensioni sono fondamentali, penso a quelli da 30 mm, ma soprattutto il design deve assomigliare a quello degli ascensori moderni. Ci sarebbe un altro elemento che merita una migliore copertura: macchinari che ricordino i comportamenti degli utilizzatori. Siamo abituati a questo comportamento da parte degli smartphone, è assurdo che non avvenga per i macchinari industriali. Industria 4.0 ha avuto difficoltà nel venire sfruttata soprattutto nelle PMI. Il problema non è adeguarsi alla tecnologia, ma avere risorse di tempo e di persone per leggere, informarsi e creare qualcosa di nuovo. Il cambiamento, infatti, coinvolge più fornitori e gli imprenditori non hanno il tempo per fare questo genere di operazione.

Un cambiamento che è ancora in atto?

Sono convinto che il cambiamento sarà continuo da qui a qualche anno, ma molte aziende sono ancora un po' alla porta.

I panel builder o i "quadristi", come vengono definiti in Italia, voglio essere attrattivi e quindi realizzano quadri industriali innovativi ma il mercato non è altrettanto rapido nelle richieste. Sono convinto che prima ci si adegua a questo cambiamento e più aziende potranno avvantaggiarsi sul mercato. Ritornando a Industria 4.0, per le PMI ci sono grandi opportunità da cogliere, ma lo Stato deve fare di più. Bisogna tenere conto che qualsiasi cambiamento a livello di industria non può essere rapido perché ci sono delle specifiche da rispettare, si tratta di progetti complessi, non si possono pretendere risultati in tempi rapidi.

Come vi state proponendo?

Come Eaton, in questo momento puntiamo molto sulla formazione, che non è solo una formazione al personale dedito al commerciale, ma anche a chi si occupa dell'assistenza tecnica e altre figure all'interno dell'azienda. Organizziamo molti eventi per diffondere la conoscenza, direttamente o partecipando insieme ai partner, per toccare ogni punto della catena perché siamo presenti nelle principali filiere produttive.

L'interattività va mostrata, va provata, va comunicata, non è una questione di catalogo e qualche foto e crediamo di avere soluzioni interessanti che possono permettere ai clienti di fare un salto di qualità.
 


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