La situazione del digitale ai tempi del Coronavirus - Punto e a capo
Aziende, scuole e produzione resistono, ma non senza problemi
L'Italia al tempo del Coronavirus è una nazione che lotta e resiste, ma soprattutto non si ferma.
Il governo ha realizzato un decreto per agevolare lo smartworking e improvvisamente il Paese si è accorto che può sfruttare appieno il digitale.
Non mancano i problemi, ma in qualsiasi caso le imprese si sono svegliate e hanno iniziato a darsi da fare, si sono sforzate di applicare delle procedure che permettano la continuità del business, sebbene certi settori siano in grave difficoltà.
I problemi principali sono legati a due macro aree: la connettività e la sicurezza.
In questi giorni ho passato il tempo a consigliare ad aziende e scuole come avviare i progetti al meglio utilizzando le tecnologie più semplici ed efficaci, senza dover rivoluzionare tutto.
Il problema per molte applicazioni, penso a tante aziende o istituti scolastici, è da ricercare nella connettività. Non mi riferisco semplicemente alla banda larga, ma all'uso di VPN, di reti virtuali e quindi sicure, che possano gestire un traffico decisamente abnorme. Non tutti i servizi che fino a quindici giorni fa funzionavano oggi reggono il carico di dati e si deve correre ai ripari. Un conto è un'azienda che deve dialogare con 20 venditori sul territorio, o una scuola che deve proporre le lezioni remote a qualche studente, un conto è avere a che fare con centinaia di utenti connessi contemporaneamente.
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