In crescita le emissioni, le società emittenti e il flusso di raccolta. Aspettative ottimistiche, ma va stimolata la domanda di capitale da parte delle imprese, per investire in innovazione e sostenibilità
Per l'industria dei minibond il 2019 è stato l'anno dei record: ne sono stati registrati addirittura quattro, relativamente al numero di emissioni (207, +24,7% sul 2018), di società emittenti (183, di cui 129 per la prima volta) e al flusso di raccolta (1,18 miliardi di euro, +21,1%).
I minibond si confermano dunque una fonte di finanziamento in continua crescita, alternativa e complementare al credito bancario, per accedere al mercato competitivo degli investitori professionali, quasi un 'allenamento' a successive operazioni più complesse come il private equity o la quotazione in Borsa.

E' quanto emerge dal 6° Report italiano sui Minibond redatto dall'omonimo Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano.
La ricerca ha identificato 536 imprese italiane che da novembre 2012 al 31 dicembre 2019 hanno collocato minibond - intesi come titoli di debito emessi da società italiane non finanziarie, in particolare società di capitale o cooperative, di importo inferiore a 50 milioni di euro, non quotati su listini aperti agli investitori retail -; di queste, 314 (il 58,6%) sono PMI.
Il 2019 ha contribuito al totale con 183 emittenti, 129 delle quali affacciatesi sul mercato per la prima volta: entrambe due cifre record da quando è partita l'industria.
Il 69,4% di esse sono SpA, il 28,4% Srl e il 2,2% società cooperative, percentuali che si mantengono stabili rispetto al 2018.
Il volume dei ricavi invece è molto variabile: 54 emittenti (29,5%) fatturavano meno di 10 milioni di euro prima del collocamento.

Circa il settore di attività, si conferma la netta supremazia del comparto manifatturiero (44,3% del campione).
La collocazione geografica continua ad evidenziare una netta prevalenza delle regioni del Nord: domina la Lombardia con 41 emittenti (il 22,4% su scala nazionale), ma crescono il Veneto e il Trentino-Alto Adige, grazie ad alcune operazioni di sistema come i Trentino Bond e i Pluri Bond Turismo Veneto Spiagge, e anche le regioni di Sud.
Quanto alle motivazioni del collocamento, rimane dominante l'obiettivo di finanziare la crescita interna dell'azienda (62,1%) e di ristrutturare le passività finanziarie (12,7%), seguono il bisogno di alimentare il ciclo di cassa del capitale circolante (PMI) e le strategie di crescita esterna tramite acquisizioni (grandi imprese).