Le sei regole per diventare un grande manager
Roos-Olsson (FranklinCovey): la leadership non è un talento naturale. È una conquista, il risultato di un percorso di formazione spesso trascurato dalle aziende
Non c'è cambiamento possibile, né innovazione senza una rivoluzione nella cultura della leadership.
Abbiamo incontrato al World Business Forum Victoria Roos-Olsson, Senior Leadership Development per FranklinCovey, e abbiamo affrontato questo tema.
Oggi tutti vogliono manager giovani.
Non è rischioso?
La sfida più grande per i leader di oggi è saper essere preparati ad affrontare il mondo del domani, dopo aver acquisito padronanza sul mondo di ieri.

Quello che mi preoccupa della loro preparazione è il fatto che, secondo le statistiche, il primo incarico da manager arriva intorno ai 30 anni, ma la prima formazione manageriale si ha intorno ai 42.
Immaginate quante cose potrebbero succedere in questo gap di 12 anni senza una formazione adeguata.
È rischioso mettere le nostre aziende in questa condizione.
Non tutti i manager hanno le stesse caratteristiche.
All'interno delle aziende ci sono tre livelli di leadership e ogni livello richiede un'impostazione mentale diversa e competenze specifiche.
- 1° livello) Executive level leader: adottano un approccio olistico, hanno obiettivi di lungo termine;
- 2° livello) Mid to senior leader: sono i leader che passano da un ruolo tattico a uno più strategico;
- 3° livello) First-level leader: sono i leader che si sono contraddistinti, i più meritevoli di una posizione manageriale.
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