Fisco: sono le grandi aziende a fare la grande evasione. Altro che scontrini
E' quanto emerge da un report del Centro Studi della CGIA sull'analisi a seguito delle azioni di accertamento svolte lo scorso anno sulle attività economiche in Italia
Hanno destato grande scalpore mediatico le parole del coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo.
In sintesi, ha dichiarato che dall'analisi degli accertamenti fiscali del 2018 emerge che l'entità dell'evasione contestata alle grandi imprese è 16 volte superiore a quella delle piccole aziende e dei lavoratori autonomi.
"Questi dati ci dicono che la potenziale dimensione dell'infedeltà fiscale delle grandi aziende è enormemente superiore a quella delle piccole", afferma Zabeo.

"Una maggiore attenzione verso questi soggetti sarebbe auspicabile, visto che le modalità di evasione delle holding non è ascrivibile alla mancata emissione di scontrini o ricevute, bensì al ricorso alle frodi doganali, alle frodi carosello, alle operazioni estero su estero e alle compensazioni indebite.
Reati, quest'ultimi, che non verranno nemmeno sfiorati dalle misure di contrasto all'utilizzo del contante che il Governo metterà a punto nelle prossime settimane".
Una situazione che avevamo già affrontato qui su Businesscommunity.it.
Ovviamente, vista la libera circolazione dei capitali in Europa e nell'eurozona, tutto passa a livello di transazione bancaria. Non certo con valigie piene di soldi, ma, legalmente.
Non è certo la lotta al cash il fattore anti-evasione. Se poi aggiungiamo che le aziende possono - sempre legalmente - evitare le tasse con una holding in Olanda, Lussemburgo, Malta, Cipro, Isola di Man ecc.
(leggi FCA, la nuova Mediaset, Cementir e tante altre).
E' ovvio che in materia fiscale subiamo anche la concorrenza dei paradisi fiscali della UE.
E quale autonomo, professionista o piccolo imprenditore può mettere una sede fiscale in quei paradisi?