Ipotesi probabile se i rendimenti degli asset tradizionali resteranno negativi o vicini allo zero e la politica monetaria della Banca centrale europea (Bce) accomodante.
Fondi pensione e altri asset-manager internazionali hanno promesso rendimenti che oggi arrivano solo in presenza di maggiore rischio oppure di strumenti non completamente liquidi e poco testati. La finanza alternativa offre invece rendimenti interessanti, pertanto attira una fetta sempre maggiore di liquidità .
Ma bisogna anche preoccuparsi della sostenibilitÃ
Tuttavia, la finanza alternativa deve ancora dimostrare buone performance su orizzonti statistici significativi. Questa è la sfida di tutti coloro che hanno avviato mercati nuovi e piattaforme di lending con il supporto di venture capital e altri investitori in equity.
Parallelamente i "nuovi" devono cominciare a preoccuparsi della sostenibilità dei loro conti perché produrre perdite e rifinanziarsi sul mercato italiano non è mai garantito in eterno.
I fondi di venture capital entrano, ma vogliono anche uscire dopo qualche anno, possibilmente con profitti.
Il secondo propulsore, la tecnologia, resterà un fattore di vantaggio per il Fintech verso il sistema bancario tradizionale, che non ha il coraggio (o la possibilità ) di disfarsi di infrastrutture informatiche talmente rigide da rallentare l'introduzione dei progetti di digitalizzazione.
Il sistema bancario lotta anche con spinte interne che orientano la digitalizzazione molto più al risparmio di costi che alla ricerca di soluzioni per i clienti, come indicato da molti recenti studi.
Il listino prezzi delle banche potrebbe mutare
Un terzo fattore in grado di cambiare equilibri e destini è la possibile virata nella politica di prezzi praticata dalle banche.
I bilanci bancari, semestre dopo semestre, presentano cali di volumi e di redditività .
Prestare denaro alle imprese sane ma con tassi troppo bassi (spesso in zona 1%) è scelta discutibile sia per l'effettivo costo del rischio/capitale sia per la salute del bilancio. Le banche potrebbero abbandonare questa illusione e rinunciare a una concorrenza autolesionistica.
In questo caso la salita degli spread ai livelli richiesti oggi dai fondi che sottoscrivono i bond e minibond delle corporate italiane aprirebbe spazi di manovra maggiore per la finanza alternativa.
Per il cambiamento servono vere partnership
Il rapporto tra grandi banche e piccole Fintech si gioca su progetti di vera o finta collaborazione, che possono determinare cambi di velocità e prospettive importanti per entrambi i fronti.
Se le banche si limiteranno a curiosare e sfiorare con diffidenza i piccoli droni della finanza alternativa, faranno pochi progressi verso quella ridefinizione dei loro modelli di business, sollecitata persino dalla Banca d'Italia.
Se, invece - come noi di Workinvoice sosteniamo da tempo - opteranno per vere partnership, potranno aumentare la velocità di cambiamento e alla fine del percorso servire meglio i clienti.
Per ipotizzare un futuro ideale di finanza tradizionale (banche) e finanza alternativa che collaborano attivamente occorre un cambio di passo.
Più punti di domanda che certezze nel settore finanziario
Il ritardo nel cambiamento serve solo a creare spazi per nuove banche (neobanks), soprattutto estere, convinte che tecnologia avanzata e modelli ibridi specializzati in solo poche attività producano i ritorni sul capitale che le banche tradizionali si sono dimenticate.
Un'ipotesi credibile sulla carta, che tuttavia deve ancora essere dimostrata su cicli economici più lunghi e con strutture molto più pesanti rispetto alle agili Fintech.
L'impressione è che, a differenza del passato, l'intero settore finanziario presenti oggi più punti di domanda che certezze.
Scompare la foresta pietrificata, ma non sappiamo ancora da quale giardino sarà sostituita.
Fabio Bolognini, Co-Founder di Workinvoice
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