Proprietà intellettuale: in Italia è legata a quasi un posto di lavoro su tre
Le industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale generano quasi il 47% del PIL. A livello dell'UE, circa un posto di lavoro su tre e il 45% di tutta l'attività economica
Le industrie che fanno un uso intensivo di diritti di proprietà intellettuale (DPI) quali brevetti, marchi, disegni e modelli industriali e diritti di autore, generano il 45% di tutta l'attività economica (PIL) nell'UE, per un valore di 6.600 miliardi di euro, e rappresentano 63 milioni di posti di lavoro (29,2% di tutti i posti di lavoro). Altri 21 milioni di posti di lavoro sono creati in tutta l'UE nei settori che forniscono prodotti e servizi a queste industrie.
In Italia, le industrie che fanno un uso intensivo di DPI generano all'incirca sette milioni di posti di lavoro (il 31,5% di tutti i posti di lavoro) e contribuiscono con 774 miliardi di euro al PIL dell'Italia (46,9% del PIL italiano).

Sono questi i risultati di una relazione congiunta pubblicata dall'Ufficio europeo dei brevetti (UEB) e dall'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), che analizza l'impatto dei settori industriali ad alta intensità di diritti di PI sull'economia dell'UE tra il 2014 e il 2016.
Nel periodo in esame, l'occupazione nelle industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale in tutta l'UE è cresciuta di 1,3 milioni di posti di lavoro rispetto al periodo 2011 2013, mentre l'occupazione totale nei 28 Stati membri dell'UE è leggermente diminuita.
Il valore aggiunto per dipendente in queste industrie è superiore a quello del resto dell'economia. Di conseguenza, le industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale corrispondono ai propri dipendenti retribuzioni notevolmente più elevate rispetto ad altre industrie, con un premio salariale pari in media al 47 %. Tali industrie rappresentano inoltre la quota maggiore degli scambi di merci e servizi tra l'UE e le altre regioni del mondo (81%).
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