I segnali di un atteggiamento più da ?colomba' da parte delle principali banche centrali potrebbero cambiare le cose: dopotutto, i dati storici mostrano che gli Emergenti performano bene nelle fasi in cui la Fed tagli i tassi.
2) Le valutazioni dei Mercati Emergenti sono ancora attraenti.
Pur non essendo più a buon mercato come all'inizio dell'anno, le valutazioni in molti casi sono migliorate rispetto a quelle dei Mercati Sviluppati.
Inoltre, i prezzi degli asset non riflettono ancora i potenziali miglioramenti nell'outlook per la crescita qualora lo stimolo dovesse essere efficace, né le possibili misure di stimolo ulteriori da parte della Cina.
2) Viceversa, la crescita potrebbe migliorare più in fretta del previsto, spingendo le banche centrali ad adottare politiche accomodanti meno incisive rispetto alle attese.
Ciò sarebbe preoccupante per i Mercati Emergenti, dato che la maggior parte del rally della prima metà del 2019 si è basato sull'aspettativa di tagli dei tassi da parte dei banchieri centrali emergenti.
Un miglioramento dell'outlook di crescita sarebbe favorevole nel lungo periodo, ma qualunque svolta repentina da ?falco' delle politiche monetarie potrebbe innescare ondate di volatilità a breve termine.
3) Infine, il dollaro potrebbe iniziare un altro periodo di forza, se i dati economici USA dovessero sorprendere al rialzo o al ribasso.
È la teoria del dollar smile: il biglietto verde tende a rafforzarsi nei periodi di crescita statunitense molto forte o molto debole.
Un deterioramento significativo dell'economia innescherebbe una corsa agli asset sicuri, come il dollaro.
Allo stesso tempo, una ripresa dell'economia farebbe affluire capitale, facendo rivalutare il dollaro, con la Fed che adotterebbe probabilmente un atteggiamento più hawkish.
Le opportunità per un investitore attento
Nel breve termine, i Mercati Emergenti potrebbero prosperare in uno scenario intermedio non troppo freddo, non troppo caldo.
Tuttavia, crediamo che gli investitori dovrebbero guardare al di là dei driver macroeconomici esterni e assumere un approccio più attivo, cercando le opportunità ed evitando le aree più esposte ai rischi macro.
Per fortuna, vi sono molte aree con fondamentali solidi o in miglioramento nonostante le preoccupazioni economiche e l'incertezza sulle politiche.
Molti Paesi, come l'Indonesia e il Sudafrica, stanno implementando programmi costruttivi di riforme a seguito delle recenti elezioni, che potrebbero contribuire a migliorarne la stabilità attraverso diversi cicli di mercato.
Molti Mercati Emergenti stanno dimostrando una certa disciplina fiscale, con bilanci esterni in salute e politiche economiche ragionevoli.
Questi trend positivi danno a Paesi come il Brasile una flessibilità maggiore per affrontare i cambiamenti del contesto esterno.
Al momento stiamo monitorando con attenzione i dati economici in Cina.
Un ulteriore deterioramento negli indicatori PMI cinesi desterebbe probabilmente serie preoccupazioni sull'outlook dei Mercati Emergenti nel complesso.
Inoltre, la recente escalation dei dazi sui prodotti cinesi da parte degli USA e il successivo deterioramento del renminbi fanno pensare che una soluzione alle tensioni sia improbabile nel breve termine.
In ogni caso, aspettiamo di vedere se la People's Bank of China risponderà con misure di stimolo più aggressive.
Ciò rappresenterebbe un risvolto positivo, dato che potrebbe liberare della domanda rimasta compressa durante il lungo periodo di dati deboli.
Andrew Keirle, gestore del fondo T.
Rowe Price Emerging Markets Local Currency Bond
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