Per gli italiani il consulente finanziario è la fonte di informazione più affidabile
Secondo il Schroders Global Investor Study 2019 viene interpellato dal 51% degli investitori, la stampa di settore dal 23%, la banca dal 16% e gli asset manager dal 9%
Per il 49% degli italiani, la figura del consulente finanziario spicca come la più affidabile tra le diverse fonti di informazione su tematiche relative al mondo degli investimenti e al proprio portafoglio.
È questa la media delle risposte alle domande specifiche rivolte agli investitori italiani che emerge dai primi risultati della ricerca annuale Schroders Global Investor Study 2019, condotta in 32 Paesi su un campione di oltre 25.000 persone.

Lo studio evidenzia infatti che per ottenere informazioni sull'asset allocation consigliata in base all'outlook dei mercati finanziari, il 51% degli italiani parla con il proprio consulente, mentre il 25% fa riferimento alla stampa (giornali, riviste, siti web, blog), il 16% allo sportello bancario e l'8% alle società di gestione del risparmio.
Queste percentuali restano pressoché invariate nell'ambito della ricerca di informazioni e spiegazioni sull'andamento delle performance del proprio portafoglio: il consulente finanziario in questo caso viene interpellato dal 51% degli investitori, la stampa di settore dal 23%, la banca dal 16% e gli asset manager dal 9%.
La predilezione per i consulenti finanziari come fonte più affidabile viene confermata anche per quanto riguarda l'acquisizione di informazioni sulle caratteristiche tecniche dei prodotti finanziari (a scegliere questo canale è il 49% degli investitori italiani), sui costi e le fee degli investimenti (46%) e sulle novità normative in ambito finanziario (46%).
Anche nel caso di queste tre tematiche, la stampa rappresenta la seconda fonte informativa scelta degli italiani, seguita dallo sportello bancario e dagli asset manager.
I consulenti finanziari prevalgono anche tra i diversi provider utilizzati dagli italiani
Alla domanda sul numero di provider utilizzati per i propri investimenti, gli italiani coinvolti nello studio di Schroders hanno confermato di impiegarne di più di uno, per una media pari a 2,8 provider utilizzati da ciascun investitore.
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