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17/07/2019

idee

Una classifica in cui non vorremmo esser primi al mondo

E' quella dei lavoratori sotto occupati, almeno secondo l'OCSE Employment Outlook 2019 sul futuro del lavoro. E secondo loro il Reddito di Cittadinanza è troppo alto

Siamo davanti a Spagna, Australia, Grecia, Svizzera, Germania e Francia. E lo dice l'OCSE Employment Outlook 2019 sul futuro del lavoro. La classifica è quella poco onorevole dei lavoratori sotto occupati, cioè soggetti che hanno un impiego part-time (30 ore o meno la settimana), che riferiscono di non riuscire a trovare un lavoro a tempo pieno o di lavorare più ore. Ci sarebbe da scrivere libri sulla situazione del lavoro in Italia, a partire dal suo costo fino alla deflazione salariale che ha portato ad una crescita vicina allo zero da molti anni a questa parte. Ma limitiamoci alle parole dell'OCSE.
L'Outlook esamina in profondità anche la situazione futura più in generale nel nostro Paese. E il giudizio non è certo positivo. Vediamo i passaggi salienti in sintesi.
Anche se il numero di occupati nel 2019 probabilmente non diminuirà, la qualità del lavoro e le disuguaglianze tra lavoratori potrebbero peggiorare. Vi sono preoccupazioni sulla qualità di alcuni dei nuovi posti di lavoro che sono creati e, senza un'azione immediata, le disparità del mercato del lavoro potrebbero aumentare, dato che alcuni lavoratori affrontano rischi maggiori di altri.


In Italia, i posti di lavoro ad alto rischio di automazione sono appena al di sopra della media OCSE (14%): il 15,2%. Un altro 35,5% potrebbe subire sostanziali cambiamenti nel modo in cui vengono svolti. Questi posti di lavoro rimarranno ma con mansioni molto diverse da quelle attuali.
La quota di lavoro temporaneo è superiore alla media OCSE (15,4% rispetto all'11%) ed è cresciuta notevolmente nell'ultimo decennio. Inoltre, la quota di lavoratori sotto occupati (ciò a cui abbiamo fatto riferimento in apertura) è più che raddoppiata dal 2006, ed è ora la più alta tra i Paesi OCSE.
L'incidenza di lavoratori autonomi che dipendono finanziariamente da un solo cliente - un gruppo particolarmente vulnerabile tra i lavoratori autonomi - è appena inferiore alla media OCSE (15,9% rispetto al 15,2%).
Le regole e istituzioni del mercato del lavoro svolgono un ruolo importante nel proteggere i lavoratori, ma molti di coloro che hanno contratti "atipici" (non a tempo indeterminato) spesso hanno protezioni solo parziali. Le tutele dei lavoratori atipici possono essere rafforzate estendendo alcuni diritti anche a chi sta nella zona grigia tra lavoro autonomo e lavoro dipendente, compresi molti lavoratori delle piattaforme digitali.


La formazione permanente è fondamentale per aiutare i lavoratori più vulnerabili a destreggiarsi in un mercato del lavoro in cambiamento.
Il sistema italiano di formazione permanente non è attrezzato per le sfide future. Solo il 20,1% degli adulti in Italia ha partecipato a programmi di formazione professionale nell'anno precedente la rilevazione. Inoltre, solo il 60% delle imprese (con almeno 10 dipendenti) offre formazione continua ai propri dipendenti, contro una media europea OCSE del 75,2%.
Vi è poi un grande divario (circa 38 punti percentuali) nell'accesso alla formazione professionale tra lavoratori ad alta e bassa qualifica, appena al di sotto della media OCSE (39,3 punti percentuali).
Infine, una rilevazione sul Reddito di Cittadinanza.
"Il Reddito di Cittadinanza introdotto di recente rappresenta un trasferimento di risorse importante verso le persone in condizioni di povertà. Tuttavia, il livello attuale del sussidio è elevato rispetto ai redditi mediani italiani e relativamente a strumenti simili negli altri Paesi OCSE. La sua messa in opera dovrà essere monitorata attentamente per assicurare che i beneficiari siano accompagnati verso adeguate opportunità di lavoro".



Facciamo qualche considerazione. Il bello è che la quota del RdC è stata calcolata proprio sulla media OCSE (720 euro) e adesso ci dicono che sono troppi. Certo, sono un importo superiore ai mini jobs tedeschi, ma qui rappresentano una soglia di sopravvivenza, anzi, nelle grandi città è impensabile mantenerci una famiglia.
Rispetto alle previsioni però siamo fiduciosi: in tanti anni l'OCSE non ne ha mai azzeccata una.

Claudio Gandolfo


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