Diversity generazionale: un'opportunità che molte aziende sottovalutano
Caporale (Wyser): cinque generazioni che convivono nella stessa organizzazione sono un unicum nella storia a cui viene prestata poca attenzione. Ma si può trasformarlo in un'opportunitÃ
Il più anziano non sa utilizzare un tablet, il più giovane forse non ha mai spedito una lettera via posta e oggi sono fianco a fianco nello stesso ufficio.
È la prima volta nella storia che all'interno di una stessa azienda possono convivere fino a 5 generazioni: Matures (o Veterani), Baby Boomers, Gen X, Gen Y e Gen Z, ognuna con diverse capacità e competenze, un linguaggio caratteristico e uno specifico portato di valori e cultura.
Secondo Wyser, società di Gi Group, sono poche le aziende che mettono al centro delle tematiche di diversity il fattore generazionale.
Questo "melting pot", che è un fenomeno sempre più comune, in realtà può rappresentare una grande opportunità per le organizzazioni che sapranno valorizzarlo.

"Da un'indagine svolta da PwC, solo l'8% dei CEO intervistati ha attivato strategie di diversity management con un focus sul divario generazionale in azienda", afferma Carlo Caporale, Amministratore Delegato Wyser Italia.
"Quindi, sebbene la maggioranza delle imprese abbia ormai compreso l'importanza della gestione delle differenze presenti all'interno dell'organizzazione, i programmi di diversity and inclusion management (D&I) si incentrano soprattutto su aspetti come genere, etnia, disabilità , mentre restano pochi i casi in cui il focus è sull'età ".
In un contesto in cui la forza lavoro invecchia, la capacità di attrarre e trattenere talenti di tutte le età diventa vitale per le prestazioni e la sopravvivenza delle organizzazioni.
Inoltre, la produttività relativa di professionisti più e meno giovani aumenta all'interno di team che includono età differenti, soprattutto in quelli coinvolti in processi decisionali complessi.
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