Il vento caldo dell'estate
Beani (Amundi): all'arrivo gradito ed improvviso dell'estate meteorologica corrisponde un innalzamento anomalo delle temperature sui mercati finanziari
Anche la settimana scorsa i mercati finanziari internazionali sono stati vittima dell'inasprirsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e resto del mondo.
Mentre continua infatti la disputa tra Stati Uniti e Cina a colpi di tariffe e provvedimenti su singole società, dopo il caso Huawei è la Cina a contrattaccare mettendo sotto accusa la Fedex, Donald Trump ha alzato il tiro anche contro il Messico, minacciando di imporre tariffe doganali se il Governo messicano non attuerà azioni concrete per frenare i flussi migratori verso gli "States". Il timore dei mercati, evidente in particolare dalla dinamica dei rendimenti obbligazionari dei Paesi "core", è quello che il perdurare dell'incertezza e l'inasprimento delle misure possa incidere sulla crescita economica prospettica, accelerando il movimento verso la fine di uno dei cicli economici positivi più lunghi della storia del dopoguerra, almeno per gli Stati Uniti.

Sul fronte europeo, l'esito elettorale non ha avuto un particolare impatto sui mercati finanziari, dato che a livello complessivo l'avanzata dei partiti sovranisti e populisti è stata contenuta, con alcune notevoli eccezioni, peraltro attese, come nel Regno Unito, Francia e Italia.
Il "governo" dell'Europa dovrebbe quindi rimanere nelle mani dei movimenti europeisti costituiti dal blocco dei Popolari, dei Socialisti e dei Liberali.
Da sottolineare soprattutto in Germania l'avanzata dei Verdi, che hanno coagulato parecchi voti di protesta contro i partiti tradizionali della CDU e della SPD, arrestando l'avanzata dell'estrema destra della AfD.
I riflessi maggiori sui mercati si sono avuti in Italia dove il ribaltamento dei rapporti di forza tra Lega e 5 Stelle confermato dalle urne inciderà sugli equilibri nella maggioranza di Governo, peraltro già impegnata nella difficile risposta alla lettera ricevuta dall'Unione Europea, che minaccia di attivare la procedura sanzionatoria in caso di deviazione del nostro deficit e della nostra traiettoria del rapporto debito/PIL.