E' la tecnologia a fare la differenza nelle corse automobilistiche
In Dallara, grazie ai supercomputer Lenovo, si fa progettazione e simulazioni per team di F1, F2 e F3, oltre che Indycar e Formula E
Quando velocità e innovazione, tecnologia e motori si incontrano ai livelli più elevati, è l'industria nel suo insieme a compiere decisi passi in avanti attraverso la trasformazione digitale. Sembra quasi un'iperbole, ma non lo è affatto.
Abbiamo visitato la fabbrica di Dallara a Varano de' Melegari (PR), con l'intento di comprendere come un'azienda che opera nell'alta tecnologia, visto che costruisce auto da corsa, ha colto la trasformazione digitale in atto. E abbiamo parlato sia con l'azienda, sia con chi le fornisce i supercomputer innovativi necessari al lavoro quotidiano.
Partiamo da Andrea Pontremoli, Amministratore Delegato di Dallara.
Cos'è per voi l'innovazione?
Significa poter fare errori. Abbiamo installato i supercomputer di Lenovo perché ci permettono di sbagliare in tempi molto brevi. L'innovazione nasce solo dall'errore, perché solo chi sbaglia impara qualcosa che servirà in futuro.
I computer moderni ci permettono di sbagliare in tempi sempre più brevi.
Se un progetto fino a pochi anni fa richiedeva fino a 20 giorni di tempo per comprendere se fosse corretto oppure no, ecco che quello era il tempo a disposizione per sbagliare. Oggi un progetto ha il tempo di 8 ore, una notte, per capire se può funzionare oppure no. I nostri ingegneri lanciano l'applicazione alla sera e al mattino verificano i risultati delle loro supposizioni, con un grado di simulazione eccezionalmente preciso.
Sembra tutto semplice, ma per arrivare a questo punto abbiamo dovuto lavorare tantissimo, spremere le nostre risorse e interpellare tutti i partner. Oggi possiamo fare, nei venti giorni del passato, tante prove in più, affinare, ma anche andare a scandagliare altre opportunità che si possono presentare. Senza questo strumento a disposizione non saremmo in grado di essere fornitori dei team competitivi.
Durante un weekend corrono molte delle nostre auto. Per esempio, in F1 due macchine del team Haas, in F2 e F3 praticamente tutte, in Indycar e nella Formula E veramente tutte realizzate da noi a Varano de' Melegari o nella fabbrica di Indianapolis.
Senza questi strumenti informatici non potremmo realizzare i progetti, i setup e le evoluzioni.
Tutto si progetta coi computer, si stampano in 3D (con diverse resine) i modellini per le gallerie del vento, si verificano i risultati perché vengono rilevati dai tanti sensori, si effettua la ricerca sulle componenti come la fibra di carbonio, si analizzano i dati delle gare in real time e molto altro.
Un calcolo strutturale richiede operazioni incredibili: solo per l'aerodinamica, l'auto viene scomposta in oltre un miliardo di tetraedri sui quali vengono effettuati i calcoli in base alle sollecitazioni, al vento, all'umidità dell'aria. Uno strumento come questo offre la possibilità di sbagliare in uno sport che non lo permette per definizione.
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I dati sono l'elemento principale: quanta cura ponete nel maneggiarli?
In un settore come quello delle gare di velocità, c'è un problema di costi, chiaramente, ma soprattutto è il tempo la risorsa più importante. Oggi leggiamo i dati in tempo reale provenienti dalle piste e dobbiamo poter suggerire come intervenire confrontandoli con le simulazioni. Per questo servono dei supercalcolatori, per poter svolgere calcoli con un grado di complicazione crescente in tempi rapidissimi.
Al tempo stesso, possiamo dare ai nostri fornitori di soluzioni, come Lenovo, una serie di informazioni sul funzionamento dei computer che possono tornare utili in altri casi, perché qui i carichi di lavoro sono davvero eccezionali. Se non ci fossero i computer non si potrebbero ottenere i risultati attuali. Ma il problema dei dati e delle rielaborazioni non termina qui.
Nella nostra fabbrica convivono progetti differenti, spesso concorrenti, per cui abbiamo degli obblighi legali che ci vincolano nei calcoli e nella gestione dei dati, per non violare la confidenzialità. La sicurezza è per noi imprescindibile.
Avete un problema di talenti?
I talenti sono un problema non solo per Dallara, ma per tutta l'industria della velocità. Per ovviare a questo problema, abbiamo creato dei corsi universitari magistrali nella "motor valley", perché tutte le aziende hanno capito che per competere nel mercato globale era necessario cooperare per la costruzione delle competenze.
Abbiamo creato questo consorzio che si chiama MUNER (Motorvehicle University of Emilia-Romagna) dove dieci aziende, che sono Dallara, Ferrari, Lamborghini, Maserati, Ducati, Toro Rosso, HPE Coxa, Haas, Magneti Marelli e Pagani che hanno disegnato i corsi per i profili che si serviranno nel futuro a tutti.
Lo facciamo in collaborazione con le quattro Università dell'Emilia Romagna, penso per la prima volta insieme, con l'obiettivo di creare gli skill necessari per le sfide del futuro. Avremo i primi laureati a luglio 2019 e questa per noi è una soddisfazione enorme.
La grande differenza rispetto a tutto quello che i ragazzi possono trovare nei corsi tradizionali è che disponiamo dei migliori professori attingendo da più Università, nelle materie "di frontiera", di ricerca, quelle nelle quali le nostre aziende sono più avanti rispetto ai corsi tradizionali e mettiamo a disposizione il nostro personale, i nostri ingegneri, per insegnare le novità che stiamo testando. E non ultimo, portiamo gli strumenti che sono presenti nelle nostre aziende: usano i supercomputer, mettiamo loro a disposizione il simulatore di guida, le gallerie del vento, i banchi prova motore Formula 1. Possono toccare con mano qualcosa che spesso non riescono a vedere nei libri nemmeno in fotografia.
Non potevamo non sfruttare l'occasione di incontrare Giampaolo Dallara, fondatore e presidente dell'azienda, nonché da sempre un innovatore e precursore di nuove tecnologie e appassionato di ricerca e sviluppo.
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Come è cambiata la Dallara in questi anni?
Qui abbiamo sempre pensato al futuro, ma da quando ho iniziato io è davvero cambiato tutto, perché si è passati dal disegno a matita alla simulazione. Fino a qualche anno fa gli ingegneri che venivano a lavorare qui avevano studiato praticamente sugli stessi miei libri, mentre oggi cambia tutto e dobbiamo creare degli specialisti.
In Dallara siamo sempre stati abituati ai cambiamenti, li abbiamo vissuti, sofferti e sfruttati. Bisogna avere la capacità di gestire il cambiamento perché l'innovazione è una battaglia continua. Una volta si progettavano poche cose di un'auto, molto veniva creato in corso d'opera. C'era il "supermeccanico" che realizzava la fase finale. Era un modo di operare che si ripeteva.
Oggi abbiamo il nuovo simulatore e quando un pilota è al volante prova l'auto e gli assetti come in gara, si effettua un setup virtuale e per il giorno della gara si sono già provate le varie condizioni. Non serve più il supermeccanico, serve un super ingegnere che sia in grado di capire cosa fare e dove andare ad agire, perché i parametri sono tantissimi.
E' cambiato tutto. Ma non crediate che sia stato tutto facile: per capire come sfruttare il simulatore abbiamo tribulato per oltre un anno. Ce ne sono solo tre al mondo nei quali i piloti possono testare i circuiti e le auto come nella realtà.
Qualche anno fa, per continuare a crescere, sembrava che dovessimo aprire una quarta galleria del vento. Per fortuna non l'abbiamo fatto, sarebbe stata la nostra rovina economica! Abbiamo investito nei computer e nelle simulazioni e la storia ci ha dato ragione.
In ultimo, abbiamo rivolto qualche domanda ad Alessandro de Bartolo, GM Data Center Group Lenovo Italia, in quanto fornitore di tecnologia. Lenovo è fornitore di molte aziende nella Motor Valley, ma è anche l'azienda fornitrice del supercomputer al Consorzio Interuniversitario Italiano (Cineca) di Bologna.
In cosa consiste il lavoro di Lenovo nel momento in cui un'azienda come Dallara vi chiede di supportarli per determinate esigenze?
Lenovo Lab Services ha progettato una soluzione per Dallara, basate sulle esigenze di ridurre i tempi di simulazione. Il team di Lenovo Professional Services e due partner tecnologici locali hanno messo a disposizione di Dallara una soluzione di calcolo e di memorizzazione molto avanzata, praticamente un supercomputer (NeXtScale con nodi Lenovo nx360 M5).
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Potenza di calcolo, ma ci sono state altre installazioni?
Calcolare in maniere più efficiente è una richiesta di tutte le aziende di questo settore e noi siamo fornitori di altri brand. Forniamo tecnologia, ma impariamo anche molto da questi utilizzi estremi.
Per esempio, Dallara ha implementato 10 ulteriori server Lenovo ThinkSystem SR650 come base del proprio ambiente Virtual Desktop Infrastructure, per utilizzare anche da computer portatili in mobilità i medesimi sistemi di progettazione presenti in sede. Questa richiesta permette di avere più libertà di movimento ai tecnici e progettisti, ma al tempo stesso mantenendo il controllo delle operazioni a livello centrale.