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15/05/2019

economia

MiFID II fa crescere l'interesse per gli ETF

Catalano (Van Eck): in questo settore l'Italia ha molto da recuperare rispetto ai Paesi del Nord Europa e agli Stati Uniti, dove rappresenta il grosso degli investimenti fatti

Qual è l'andamento del mercato ETF? Cosa ci si aspetta per il futuro in Italia? Ne abbiamo parlato con Salvatore Catalano, Director, Business Development ad Sales presso Van Eck.

Mercato ETF: quali possono essere le opportunità di questo periodo?

Noi vediamo effettivamente un cambiamento. C'è molto interesse per gli ETF, e con la MiFID II in vigore vediamo molta richiesta. E' un dato di fatto e ci aspettiamo che lo sviluppo continui a crescere anche per il mercato italiano.
Le opportunità occorre trovarle in base ai mercati in cui si offrono.
Noi come boutique nell'asset management, abbiamo due tipologie di prodotti: la prima è una linea Van Eck più specializzata in qualche nicchia come, per esempio, il "gold mining" di cui siamo i leader. Ovviamente ci sono poi degli "smart beta" che possono offrire valore aggiunto per la clientela.

Quali sono le vostre aspettative su questi fondi?

Le due tipologie si distinguono tra loro poiché le nostre strategie di nicchia vanno a coprire i bisogni di qualche investitore più sofisticato.


Dall'altra parte, stiamo portando dei prodotti che saranno delle asset class più tradizionali e qui uno dei criteri principali è il low cost. Avranno fee più basse per accedere alle asset class molto semplici, proprio per soddisfare i bisogni degli investitori a un prezzo basso. E' una gamma core a basso costo diversificata per classi d'attivo, settori e strategie innovative.

Chi è l'investitore che cerca i vostri prodotti?

Il nostro target in Italia in una prima fase sono gli istituzionali. Parliamo di modelli di portafoglio nei mandati di gestione, lì dove un ETF può veramente avere un senso e dare un valore aggiunto.
Anche per ciò che riguarda Think (NDR: casa olandese acquisita da Van Eck nel 2018 e che ha recentemente quotato nove ETF Think su Borsa Italiana, sei azionari e tre obbligazionari), magari più in là andremo anche sul retail, perché sarà lì che l'investitore cercherà il low cost per soddisfare le sue esigenze di investimento.

Qual è la vostra visione sul mercato nazionale e internazionale nel medio-lungo periodo?

Occorre vedere dove ci troviamo in Europa.


Se facciamo un paragone con i Paesi del Nord o addirittura con gli Stati Uniti, lì gli ETF rappresentano la maggior parte degli investimenti fatti. Se guardiamo all'Italia, effettivamente il comparto ha ancora un po' da recuperare.
Con la MiFID in vigore noi ci aspettiamo che il mercato tenda a crescere. Noi siamo qui proprio per posizionarci come ETF provider anche in Italia, ed esser pronti quando il mercato sarà al massimo del suo sviluppo.


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