I team NBA aprono ai diritti di partnership internazionali
E' stato approvato un test di tre anni per il "Programma di Team Marketing Internazionale", che consentirà di vendere altri due slot di accordi per squadra
I team NBA hanno compiuto un passo importante nell'internazionalizzazione dei loro portafogli di sponsorship aprendo due posizioni di partner internazionali per squadra dalla prossima stagione.
Dopo aver aperto una pista con l'introduzione delle patches sulla maglia di gioco nel 2017, i proprietari del team NBA hanno ora approvato un test di tre anni per il "Programma di Team Marketing Internazionale". La notizia è stata anticipata da un rapporto del sito americano sportsbusinessdaily.com.
Secondo il rapporto, i team NBA saranno in grado di vendere i diritti di marketing globale a due sponsor attuali o nuovi.
Gli sponsor già detentori dei diritti di "naming" delle arene, specialmente quelli che intendono accrescere la loro presenza sul mercato a livello internazionale sono probabilmente gli acquirenti più probabili per i nuovi pacchetti. O almeno quelli che avanzeranno le prime proposte economicamente più importanti. Basti pensare ad AT&T, Oracle e Barclays, tanto per fare alcuni nomi.
Sebbene la NFL sia di gran lunga lo sport più importante negli Stati Uniti, a livello globale, la NBA e i suoi brand hanno un valore maggiore per gli sponsor.
Per esempio, la NBA China ha un valore stimato di 4 miliardi di dollari (3,5 miliardi di euro) e potrebbe generare ancora più entrate per i team NBA se verranno apportate modifiche al modello centralizzato di sponsorship.
Secondo il modello attuale, tutti gli accordi di sponsorizzazione sono gestiti attraverso l'ufficio satellite della NBA in Cina e le entrate sono divise in parti uguali.
Alcuni team credono che con una maggiore possibilità di trattazione diretta, e quindi maggiori incentivi, possano far crescere il fatturato per tutti.