E' un termine che significa tutto e niente, molto abusato.
Ci sono attività identificate come formazione che in realtà non lo sono.
Per noi formazione è una cosa molto specifica: la necessità, da parte del professionista, di aggiornarsi, attualizzarsi o conoscere determinate attività che non conosce e che probabilmente deve sapere perché sono adottate dai concorrenti. Purtroppo nel concetto di formazione oggi rientrano workshop, seminari, training ecc..
Che cosa differenzia IKN dai competitor?
Prima di tutto noi ci rivolgiamo al middle management, cioè quei soggetti che nell'azienda hanno bisogno continuamente di formazione.
Abbiamo due profili di professionisti target: quelli con una seniority e un'esperienza importante, che quindi si devono aggiornare, che devono imparare tutte quelle tecniche su cui non hanno la padronanza.
Per citare un esempio, i social e il digital in generale.
Attraverso i nostri momenti possono impadronirsi delle tecniche per poterle subito mettere in pratica nel proprio lavoro quotidiano.
Poi ci sono i giovani cui, naturalmente, mancano quelle skill, quelle basi di formazione che devono acquisire per poter crescere nell'azienda in cui lavorano.
La nostra è una formazione molto pratica e molto tecnica.
Sono manager d'azienda coloro che intervengono, persone che forniscono quegli strumenti che il professionista può subito mettere in pratica.
Inoltre, abbiamo il concetto dell'imparzialità, che è per noi molto importante.
Ogni tematica, infatti, viene toccata da tutti i punti di vista del mercato, e questo vale per tutti i settori.
A partire dalla formazione molto tecnica del pharma e del life science, fino al comparto del retail.
Parliamo a dei professionisti che hanno la necessità di crescere e noi li aiutiamo in questo senso, allargando spesso il campo.
Soprattutto in questo momento in c'è un'unione tra società e aziende di stampo classico e le startup, ma deve esserci anche a livello di conoscenze per lavorare insieme e guardare avanti.
Offriamo inoltre la possibilità di avere conoscenze internazionali, un fattore su cui crediamo moltissimo e che ci impegna parecchio, aiutando i professionisti a fare networking.
I partecipanti possono venire per aggiornarsi, ma anche per conoscere persone che possono fornire consigli utili da subito, in linea con la reciprocità.
Quali sono le maggiori resistenze che incontrate?
La principale è proprio sul concetto di formazione: serve o non serve? Questo è un tema che affrontiamo tutti i giorni.
Ovviamente io sostengo che serve.
Faccio un esempio: noi abbiamo dei corsi di Project management, gestione di progetto.
Chi non fa dei progetti in azienda? Qualsiasi cosa che si faccia è un progetto.
Però le persone formate in questo senso, ossia che abbiano quelle capacità, che conoscono la metodologia, che conoscono le tecniche per portare avanti un progetto con successo, sono poche.
E si vede: o un progetto ha avuto dei buoni risultati o non li ha avuti. Per poter fare progetti e portarli avanti, occorre avere delle solide basi di formazione.
E serve se io ho di fronte a me una persona che capisce le mie necessità e cerca di spiegarmi come trovare delle soluzioni.
Noi proponiamo questo tipo di formazione: poche persone insieme che devono essere molto costruttive per mettere subito in pratica ciò che hanno imparato durante quel corso di formazione.
Quindi sono corsi molto ristretti.
Non sono corsi con 20-30 persone, ma possono essere 3-5 a seconda delle tematiche.
Si lavora quindi specificatamente con il soggetto, per vedere che cosa ha bisogno di sapere, quali siano le necessità che ha di conoscenza e, soprattutto, offrirgli gli strumenti per metterle in pratica.
Quest'ultima è più importante della teoria.
Le persone devono uscire da quella giornata con delle conoscenze pratiche che il giorno sono già a disposizione.
Noi eroghiamo anche la formazione online, ma quella preferenziale è il corso in aula, perché aiuta molto di più la persona potendo approfondire anche empaticamente la tematica.
Voi fate anche eventi.
Quanto conta il networking?
Gli eventi, naturalmente, rispetto alla formazione sono una cosa diversa. La formazione ha l'obiettivo, appunto, di formare, di avere delle conoscenze specifiche di un qualcosa che operativamente non so fare e devo imparare a farlo. Con gli eventi offriamo un punto di vista sulle varie realtà più innovative con una carrellata di interventi, fornendo uno stimolo all'industry. Infatti, organizziamo eventi segmentando gli argomenti proprio per migliorare l'efficacia.
Sono anche questi degli incontri basati sul networking.
Quest'ultimo è ormai una necessità per il middle management, è una parte del proprio lavoro.
Occorre avere tutti i contatti necessari per andare far crescere in azienda, diretti o indiretti.
La differenza è che nella formazione c'è un numero molto ristretto di soggetti che si confrontano su di un tema e tutti hanno problematiche simili.
In un evento, invece, c'è la possibilità di avere a 360 gradi tutti i partner che si occupano di una determinata tematica, e quindi si possono conoscere sia tutti i possibili fornitori, ma anche altri soggetti che provengono da aziende concorrenti, oppure affini.
Oggi siamo fortunati rispetto a 30 anni fa, visto che il networking l'abbiamo è diventato più rapido grazie al virtuale, ai social.
Il problema è che adesso si può contattare chiunque molto facilmente, ma per avere un rapporto proficuo è necessario parlarsi di persona e conoscersi, soprattutto se si desidera andare in profondità su certe tematiche lavorative.
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