No deal: chi ci perde di più tra UE e UK?
Solo adesso la Germania si rende conto che con la Brexit il suo export verso il Regno Unito è a rischio. E gli industriali vanno nel panico
Tra i maggiori pericoli per la crescita del 2019 tutti gli analisti hanno inserito la Brexit.
E' probabile che la cosa si protragga anche per gli anni successivi se non si troverà un accordo.
L'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea sta rapidamente degenerando e si va a grandi passi verso una Hard Brexit con un No deal.
Il che significa che senza accordi tra l'UE e UK sarebbero in vigore gli accordi del WTO.
Molti commentatori europei evidenziano che Londra avrebbe molto da perdere, così come su questo tasto battono coloro che vorrebbero un altro referendum per votare remain.
Ma se guardiamo le cose da un altro punto di vista, scopriamo una realtà dei numeri un po' diversa.

UK esporta verso l'UE solo il 9,1% del proprio Pil, circa 184,1 miliardi di euro, peraltro in costante diminuzione da oltre 20 anni.
I dazi potrebbero rendere l'export meno competitivo, ma la sterlina può svalutarsi rispetto all'euro (è già in calo da tempo), compensando almeno in parte il problema.
Ma sempre guardando agli effetti sul Pil, la Brexit porterebbe enormi vantaggi alle PMI inglesi, con risparmi stimati in circa 32 miliardi di euro solo per gli adempimenti ai 100 regolamenti UE più costosi.
Inoltre il Regno Unito è un contributore netto dell'Europa: la Brexit non farebbe uscire dalle casse circa 17 miliardi di euro.
Con risparmi di questo tenore, ci si ripaga ampiamente di eventuali dazi della UE, che non potrebbe imporne di diversi da quelli del WTO.