Brexit: le decisioni più complesse verranno rimandate
Nickols (Merian GI): la volatilità a cui abbiamo assistito a fine del 2018 non segnala l'inizio di un processo di cambiamento della leadership nel mercato, ma riteniamo invece che si tratti di una correzione necessaria e salutare
La Brexit è ormai inevitabile e il 29 marzo 2019 incombe minacciosamente su tutti gli investitori britannici. Tuttavia, se si parla di investire nelle aziende britanniche nel 2019, il contesto economico e dei mercati in cui avverrà la dipartita del Regno Unito dall'UE è sicuramente di maggiore importanza. Anche se l'imminente uscita dal progetto europeo sta avendo un effetto negativo sugli investimenti e sui consumatori, tale impatto è per gran parte il risultato dell'incertezza di breve termine legata a Brexit.

La crescita del Pil reale nel Regno Unito ha subito l'impatto della caduta del tasso di cambio sin dal referendum sull'UE, ma è rimasta attorno all'1,5%. I consumi, che contano per circa il 60% del Pil britannico, sono stati frenati dal restringimento dei redditi reali, che tuttavia sono tornati ad essere positivi ultimamente. Nel frattempo, i dati sull'occupazione sono solidi: la disoccupazione al momento si trova ai livelli minimi degli ultimi 25 anni, mentre il tasso di partecipazione della forza lavoro è leggermente superiore alla sua media storica.
La crescita globale, sebbene sia oggi evidentemente meno sincronizzata di quanto non lo fosse all'inizio del 2018, è ancora positiva se rapportata agli standard storici. Allo stesso tempo, non sembra che i policymaker a livello globale stiano rimanendo indietro. Le guerre commerciali rappresentano uno sviluppo non di supporto, ma probabilmente rallenteranno marginalmente e non ostacoleranno quindi l'espansione economica globale. Alla luce di tutto ciò, sembra quindi che il contesto sia abbastanza favorevole.
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