L'Italia è maglia nera in Europa per i tempi di pagamento, ma l'invoice trading può aiutare
Bolognini (Workinvoice): ci vogliono 104 giorni per essere pagati dalla PA e 56 dai privati. Ecco perché il Fintech può cambiare le cose, laddove neppure l'UE è riuscita
Italia terra di santi, poeti e dei pagatori meno affidabili d'Europa.
A ormai cinque anni dal recepimento della Direttiva 7/2011 con cui la Commissione europea imponeva regole precise sui pagamenti a protezione delle imprese, i passi in avanti nel nostro Paese sono stati pochi.
Il quadro normativo prevede che la PA paghi le fatture entro 30 giorni, concedendone 60 in casi particolari (per esempio nella Sanità ).

L'adozione della Direttiva in Italia, seppure meno cogente nei pagamenti tra imprese, era orientata a favorire pagamenti entro 60 giorni e ha sancito che, per ogni ritardo, il debitore possa pretendere gli interessi di mora (di almeno l'8%) e almeno 40 euro di risarcimento per sostenere le spese di recupero.
Un tentativo di moralizzare i pagamenti che, però, come vedremo attraverso i numeri, ha avuto finora un effetto quasi nullo. Intrum Justitia in una ricerca pubblicata nel 2017 segnalava che per il 77% delle imprese Italiane intervistate l'introduzione della Direttiva sui pagamenti non aveva determinato alcun miglioramento. Eppure, "i ritardi nei pagamenti generano oneri amministrativi e finanziari, che sono particolarmente gravi quando le imprese e i clienti si trovano in diversi Paesi dell'UE.
Il commercio transfrontaliero ne è inevitabilmente influenzato.