Tempi di pagamento a rischio, se nel mercato non si crea fiducia. Il Fintech può aiutare
Bolognini (Workinvoice): le fatture evase con oltre 30 giorni di ritardo sono raddoppiate dal 2011, per chi ricorre al factoring digitale va decisamente meglio. L'invoice trading può generare circoli virtuosi
La crisi del debito sovrano, proprio mentre il mondo tentava la risalita dopo il tracollo di Wall Street del 2008, ha dato un'ulteriore, pesante batosta alle protagoniste dell'economia reale italiana, le PMI. Lo confermano i numeri dello "Studio Pagamenti" di Cribis e quelli dell'analisi di Workinvoice, il primo mercato online di invoice trading in Italia. Secondo Cribis, a settembre 2018, le imprese puntuali nel pagamento delle fatture sono state il 36,3%, in calo dal 45,7% del 2011.
Nello stesso intervallo di tempo, le fatture evase con ritardi superiori ai 30 giorni sono passate dal 5,7% all'11,3%: ovvero sono più che raddoppiate. Anno su anno le due categorie hanno segnato invece variazioni rispettivamente di -5% e +7,6%. Inoltre, se nel 2017 i tempi di pagamento delle fatture mostravano un miglioramento rispetto all'anno precedente (i pagatori puntuali erano il 37,3% dal 25,6% del 2016 e le fatture con ritardi gravi il 10,5% contro il 12,3%), a settembre 2018 osserviamo un nuovo peggioramento dei parametri. Non è un caso: l'incertezza che agita i mercati, con il suo fulcro in Italia, genera sfiducia che si abbatte sulle PMI.

Il valore del Fintech
La situazione sembra più rosea per le imprese che decidono di chiedere sostegno ai nuovi canali digitali: nell'ultimo biennio, tra le aziende che si rivolgono al suo servizio di invoice trading per ottenere l'anticipo fatture, Workinvoice ha riscontrato un calo dei documenti pagati con oltre 30 giorni di ritardo. Infatti, dal quarto trimestre del 2016 al terzo del 2017 la quota è sempre "double digit" (13%, 16%, 13%, 17%), mentre dal quarto trimestre 2017 a oggi, è sempre a una cifra (9%, 5%, 8%, 9%).
Il campione di Workinvoice (basato su circa 200 milioni di euro di transazioni realizzate sulla piattaforma nei suoi quasi 4 anni di attività ), pur se soggetto a maggiore volatilità e ai trend stagionali, è significativo per tracciare similitudini e differenze tra il sottogruppo di aziende che si aprono ai servizi Fintech - ovvero che accettano la cessione del credito attraverso il factoring digitale, e che sono tendenzialmente più virtuose della media - e la popolazione complessiva fotografata da Cribis. Il calo nella consistenza dei cattivi pagatori riscontrato dalla piattaforma è un trend visibile anche a livello macro, anche se le percentuali dei ritardi gravi restano più alte: le fatture con ritardi gravi passano dal 15,7% del quarto trimestre 2013 all'11,3% del terzo 2018. Segnando però un nuovo rialzo tra la fine del 2017 e settembre 2018 (dal 10,5% all'11,3%). Ed è probabile che, se non si restaurerà la fiducia sui mercati, la situazione continui a peggiorare.
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