La resa è vicina?
De Berranger (La Financière de l'Echiquier): in questo momento è d'obbligo più che mai essere selettivi e dimostrare prudenza in termini di allocazione
Il rimbalzo è stato di breve durata. I mercati azionari sono tornati negli ultimi giorni a perdere in assenza tuttavia di nuovi elementi che giustifichino questa ricaduta.
Non sono infatti chiamati in causa il declassamento dell'Italia da parte di Moody's con l'outlook che rimane stabile e tranquillizza in un certo qual modo i mercati, la pubblicazione all'interno dell'Eurozona e in particolare in Germania, di PMI preliminari deludenti ad ottobre, o i nuovi warning che hanno scandito il periodo delle pubblicazioni dei risultati aziendali.

Il trittico di fondo, in realtà , rimane invariato: la stretta monetaria americana e il riflusso della liquidità mondiale, l'incertezza politica (Italia, Brexit?) e i timori legati alla crescita mondiale, la Cina in particolare.
Da sottolineare che il movimento, a questo punto, è perlopiù legato alla flessione dei multipli di valorizzazione dei mercati azionari in assenza di contagio delle altre asset class.
Il credito europeo rimane stabile mentre si osservano fluttuazioni relativamente modeste nel debito emergente.
Con il crollo dall'inizio del mese della maggior parte degli indici azionari tra il 7% e il 12% è lecito però domandarsi se i mercati stiano capitolando e se sia giunta l'ora di ricercare alcuni punti di ingresso.
E' difficile fornire una risposta complessiva con certezza.
Eppure, anche in caso di proseguimento a brevissimo termine della flessione i punti di inversione sembrano vicini. I fondi sistematici, che sono intervenuti durante la prima fase di storno dei mercati cedendo buona parte delle loro posizioni, dovrebbero dimostrarsi meno attivi.