Sell-off del mercato azionario globale: per ora nessun segno di contagio
Pizem e Clavel (Axa IM): il timing sembra correlato a importanti fattori tecnici, come la riduzione della esposizione all'equity di alcuni fondi e le incertezze geopolitiche
Il mercato azionario globale da inizio mese è oggetto di un'ondata di vendite.
Negli Stati Uniti, nelle giornate di mercoledì e giovedì gli indici S&P 500, Nasdaq e Russell 2000 hanno subito pesanti perdite.
Se in Europa il tonfo è stato più modesto, già in precedenza la nostra regione evidenziava una tendenza negativa, con performance inferiori a quelle del mercato USA.
Nel complesso le vendite sembrano essersi concentrate sui titoli tecnologici e su quelli legati alle esportazioni.

Neppure i mercati emergenti sono stati immuni a questo aumento della volatilità, che ha colpito ancora le azioni di Cina, Giappone e America Latina.
L'impatto complessivo sul mercato
Per il momento i segni di propagazione del contagio dall'azionario ad altre asset class sono pressoché assenti.
Non si è verificata una massiccia fuga verso la qualità incentrata su asset meno rischiosi, come i Treasury negli USA o i Bund in Europa - questo ci induce a credere che la correzione sia di natura prettamente tecnica, e non esprima un cambiamento radicale di atteggiamento del mercato rispetto allo scenario macroeconomico globale.
Secondo Serge Pizem, responsabile degli investimenti multi-asset, e il responsabile economico Laurent Clavel di Axa Investment Managers, "il timing dell'attuale sell-off sembra correlato a importanti fattori tecnici.