Le distorsioni dei prezzi causano un aumento delle opinioni Contrarian
Blanqué e Mortier (Amundi AM): in una fase di rallentamento della dinamica dell'economia mondiale e di maturità del ciclo economico, prevediamo che gli operatori di mercato seguiranno con grande attenzione gli eventi politici
L'estate bollente dei mercati emergenti è stato uno dei temi più dibattuti durante il terzo trimestre di quest'anno.
Se da un lato il sentiment degli investitori continua a risentire delle perduranti tensioni commerciali tra USA e Cina, dall'altro la sequenza delle storie idiosincratiche (Turchia, Argentina e Sudafrica) ha contribuito al repricing pressoché indiscriminato degli asset dei mercati emergenti, a partire dal crollo delle loro valute.

Le cause di questo crollo cambiano a seconda dei Paesi (necessità per l'Argentina di chiedere aiuto al FMI, crisi della bilancia dei pagamenti in Turchia aggravata dalla presunta mancanza di indipendenza della banca centrale, l'inizio di una recessione economica in Sudafrica, a cui si sono aggiunti i timori relativi al piano sulla riforma agraria).
Tuttavia, ciò che accomuna tutti questi Paesi sono alcune aree di vulnerabilità, a partire dai deficit di governo e dalla dipendenza dai finanziamenti stranieri, spesso denominati in USD, per cui risultano maggiormente esposti ai diversi venti contrari che stanno soffiando in quest'ultima fase del ciclo.
Per contro, la robusta dinamica dell'economia negli Stati Uniti (con una crescita del PIL al 4,1% nel Q2 2018, una cifra record che non si vedeva dal Q2 2014), la diminuzione della liquidità mondiale, il rialzo dei tassi USA e il rafforzamento del dollaro statunitense sono forze che stanno favorendo i deflussi dai mercati emergenti e che stanno rendendo più attraenti gli asset americani.
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