Retail banking e fintech: un matrimonio inevitabile
Demarchi (Roland Berger): la vera sfida è scegliere un posizionamento sostenibile e realistico. La clientela stenta ad abbandonare il "vecchio" per il "nuovo".
Unica soluzione: la convergenza in una ottica win-win
Il livello di digitalizzazione nel mondo del Retail Banking europeo sta crescendo ma i player del settore faticano, e non poco, a reggere il ritmo spedito della trasformazione digitale.
A dirlo sono loro stessi.
Solo il 2% delle banche retail tradizionali si considera un motore d'innovazione sostanziale.
È quanto emerge dallo studio Roland Berger "The digitalization race: can financial service providers hack the pace? Third European Retail Banking Survey - Findings and recommendations", che ha interpellato 60 decision maker di banche di tutte le dimensioni dislocate in 10 paesi del Vecchio Continente.

Obiettivo: fotografarne lo status quo della maturità digitale e tracciare i possibili scenari evolutivi.
Quanto emerge non lascia spazio a dubbi: gli operatori tradizionali non potranno fare a meno dei giganti tecnologici e FinTech.
Status quo digitale
L'impatto della digitalizzazione nel settore bancario ha portato all'introduzione dei processi cosiddetti end-to-end che permettono agli utenti finali di svolgere tutte le attività in remoto utilizzando i soli canali digitali.
Grazie all'affermarsi dell'home-banking.
Ma non solo.
Online ormai si accendono conti correnti e si richiedono/concedono prestiti o persino mutui.
Bypassando in toto (o quasi) lo sportello tradizionale.
Tuttavia, la maturità digitale del settore bancario sembra ancora molto lontana.
Secondo Roland Berger, gli istituti finanziari sono ben consapevoli delle loro carenze.