La trasformazione digitale è una grande occasione per il Paese
Fanizzi (Dell EMC): tecnologie abilitanti, per andare oltre il piano Industria 4.0
"La trasformazione digitale è l'impatto dell'informatica sui processi produttivi dei clienti e sulle operation dei clienti - ha dichiarato Marco Fanizzi VP & General Manager Enterprise Sales di Dell EMC Italia - e si basa sulla capacità delle aziende di interfacciarsi con i loro target, che siano business o che siano consumer. In pratica è un miglioramento generale, è un cambio totale di quello che è il rapporto con tutti con tutti i processi produttivi. Pensiamo a quello che sta avvenendo nei processi di CRM, nei processi di vendita ed è subito evidente".
Dell EMC è una realtà che conosce molto bene il mercato dei dati, della memorizzazione degli stessi, ma anche del grado di consulenza necessario alle imprese italiane per affrontare le nuove sfide di business. Infatti, la tecnologia viene declinata in soluzioni attraverso i partner che conoscono le aziende sul territorio, le loro necessità, ma anche le potenzialità che possono cogliere.
"Abbiamo due velocità del digitale. Ciò che è interattivo, oggi è molto più interattivo di prima, ed è un elemento da non sottovalutare", ha proseguito Fanizzi.
"Fino a poco tempo fa esisteva un modo di vedere il mercato che era una visione in un'unica direzione, ma adesso il digitale ci permette di avere una visione interattiva, di avere un riscontro immediato, di avere una capacità di sondare e di capire immediatamente, in modalità predittiva, quello che sta succedendo. I sistemi interni delle aziende hanno la capacità di essere calibrati attraverso l'analisi delle performance in tempo reale, per fare modo di essere più efficienti. La digital transformation sta anche cambiando il modo di fare mercato, perché l'informatica, che inizialmente era computer connessi ad internet ha permesso di allargare gli orizzonti di mercato alle imprese, ma oggi offre molto di più. Se parliamo dell'Italia, per me la digital transformation è un fattore competitivo soprattutto per quelle aziende che sono capaci di esportare, ma non solo. Oggi le aziende raggiungono una base di clienti potenziali molto più ampia, ma lo fanno anche perché riescono ad analizzare i dati dei processi di vendita e li legano ai processi produttivi. E' una grande occasione di valorizzazione della qualità del prodotto italiano verso l'estero, perché la capacità di capire e misurare tutta la catena del valore, da quando una cosa viene prodotta a come viene vissuta dopo l'acquisto di un cliente finale, permette di fare un salto di qualità".
Il dato, l'analisi e la predizione sono i valori più importanti per le aziende moderne, l'infrastruttura che permette di creare prodotti e valore. Anche in ambiti che sembrano lontani dal digitale.
"Oggi in agricoltura - ha proseguito Fanizzi - se guardiamo la filiera della produzione del vino, per esempio, la sensoristica è di grande aiuto. Permette di ottimizzare molti processi, dall'irrigazione al momento della vendemmia, permette di avere uva coltivata senza additivi chimici o comunque di poterne controllare l'impiego di essi. Questo ci permette non solo di produrre un vino migliore e abbassare il rischio di avere un prodotto non di qualità, ma ci permette di risparmiare in alcune situazioni il 30 al 40 per cento dell'acqua, meno intervento dei contadini, analisi migliori, una cura dei dettagli. Dall'altra parte vediamo che alcune aziende manifatturiere stanno adottando la sensoristica, quindi il controllo e verifica, ma anche cambiano le possibilità di modifica delle produzioni, quasi in tempo reale, si possono produrre stock più piccoli, si migliora la manutenzione attraverso la predizione della rottura di alcuni elementi.
Ma c'è di più. I sistemi di produzione fino a qualche tempo fa erano chiusi, si occupavano di produrre una parte per altri o assemblare prodotti finiti. Queste aziende oggi stanno diventando dei sistemi aperti, dei sistemi configurabili e verificabili, da cui si possono attingere dati per poter fare delle modifiche sia termini di performance sia in termini di qualità e interagire con la produzione di altri, per esempio se si tratta di componenti che verranno assemblati, per poter sistemare le piccole imperfezioni, eliminare gli scarti. Noi cerchiamo di portate valore aggiunto in questi processi di raccolta e analisi dei dati.
Se si guarda la composizione delle tecnologie adottate dalle imprese ci rendiamo conto noi in questo momento stiamo facendo il mercato. Di fatto, offriamo soluzioni che possono aiutare i clienti proprio in questo processo di trasformazione. Penso all'evoluzione del data center, renderlo scalabile dentro e fuori, che significa lavorare su un principio di cloud, che forse oggi è più che altro un modello operativo, gestire i dati dentro i data center dei clienti o in cloud, o attraverso VMware virtualizzare i processi.
Per la digital transformation c'è un aspetto essenziale che è la sicurezza dei dati. E anche qui abbiamo un portafoglio di soluzioni davvero afficace. Solamente in italia, in un anno, si perdono 10 miliardi di euro per problemi di cyber security, ma ne vengono spesi solo un miliardo per proteggersi, è un problema ma anche un'occasione per crescere e migliorare. Abbiamo soluzioni che lavorano sugli analytics, quindi la capacità di leggere i dati ed estrapolare visualizzazioni rapide ed efficaci degli andamenti. Abbiamo poi appena investito un miliardo di dollari nella IoT, l'internet delle cose, che è necessaria per raccogliere i dati.
E giungiamo fino all'intelligenza artificiale, perché, per esempio, abbiamo appena rilasciato un nuovo sistema di storage che impara da quelli che sono i comportamenti di immagazzinamento e permette di avere prestazioni sempre corrette. L'intelligenza artificiale è arrivata in settori verticali, come banche e assicurazioni, ma riguarda i processi manifatturieri, anche i più tradizionali, oil&gas, energia. E poi c'è il tema della pubblica amministrazione, perché processi digitali permetterebbero di eliminare la burocrazia e dare nuovo slancio al Paese".
Trasformazione digitale, quindi, che non significa investire nel futuro, perché è necessaria nel presente.