Investire nella produzione cinematografica può finanziariamente essere molto interessante, anche grazie al Tax Credit
E se il cinema oltre che espressione di cultura, di riconosciuto presenza del Made in Italy nel mondo, fosse anche un vero business a livello di investimento finanziario? Può per le aziende essere più efficace e redditizio della pubblicità ? E come può un attore diventare un vero e proprio brand? Ne abbiamo parlato con Pierfrancesco Favino.
Lei ha fatto una scelta coraggiosa affiancando alla professione di attore quella di produttore.
Di fatto è diventato un imprenditore.
Quali sono le motivazioni?
La mia prima esperienza risale al 2014 insieme a Maurizio Piazza con cui ho co-prodotto "Senza Nessuna Pietà ".
Insieme a noi Alexandra Rossi e al contributo fondamentale di Rai Cinema.
PKO, Lungta Film e Rai Cinema hanno dunque permesso a Michele Alhaique di girare la sua opera prima da regista. Permettere ai talenti ed ai giovani di avere queste possibilità è senza dubbio la prima motivazione, quanto quella di partecipare al processo creativo e concepire da zero un prodotto, una proposta per il pubblico ed il mercato.

Oggi sono al lavoro, ancora con Maurizio Piazza, per la produzione del terzo lungometraggio di Claudio Noce.
Progetto attualmente in fase di sviluppo.
Attore come brand: solo un modo diversi di generare valore o c'è di più?
Il mondo del lavoro sta cambiando in ogni settore, mi percepisco come un brand dal momento che le dinamiche sono a volte le stesse che guidano un marchio o un prodotto. Da questo punto di vista credo rientri nel campo della propria professionalità lavorare sulla propria immagine e la propria comunicazione, capisaldi per proporre il proprio lavoro al pubblico e moltiplicare le forme di business.
Nel mondo c'è "fame" di Made in Italy: può essere la cultura un driver di business? E' una tematica che si applica anche al nostro cinema e alla nostra creatività ? E come si può intervenire per promuoverla?