Le persone al centro del nuovo lavoro
Come lo smart working sta cambiando radicalmente i rapporti tra dipendenti e aziende, stravolgendo nelle fondamenta la geometria della relazione
Secondo alcuni dati, gli smart worker in Italia sarebbero oltre 300mila.
Un trend che le grandi imprese dimostrano di capire e promuovere (sono passate nel triennio 2015-2017 dal 17% al 26%) mentre più complesso presso le PMI.
Il dato, c'è da esserne certi, tenderà a crescere, al netto degli effetti del pulcinellesco "Lavorare per creare lavoro".
Siamo innanzi ad un trend inarrestabile, risultato di differenti motivazioni, tutte per carità degnissime.

Dalla crisi, dalla riduzione dei posti fissi, dal vantaggio indiscutibile che le nuove tecnologie offrono, dalle nuove priorità di vita che molti abbracciano.
Fatto è che sempre più imprese si trovano a proporre o ricevere richieste che mirano ad una riorganizzazione del concetto stesso di lavoro.
A questo interessante fenomeno dedica il suo ultimo scritto Alessandro Donadio, "Smarting Up! La smart organization: una nuova relazione tra persona e organizzazione", edito da Franco Angeli.
L'autore passa in rassegna i nuovi trend, frutto di quello che, semplicisticamente, possiamo riassumere come il fil rouge del testo: spazio e tempo si spostano dall'organizzazione alla persona, tornando ad essere suo patrimonio e risorsa.
Lo smart working, ricordiamo, è il programma di trasformazione su cui le organizzazioni hanno repentinamente volto lo sguardo oggi.