Nel sud del Brasile si sono innestate storicamente varie fabbriche che sono distribuite tra gli stati di Santa Catarina, Paranà , Rio Grande do Sul.
La vicinanza con le centrali idroelettriche (responsabili per la creazione del 75% dell'energia) ha favorito questo insediamento industriale e approfitto per ricordare che il Brasile ha la matrice energetica più "rinnovabile" del mondo industrializzato.
Il sud, soprattutto il Rio Grande do Sul, concentra la maggior parte delle aziende vitivinicole presenti in Brasile (1.100 in totale) e questo è un settore in crescita, ove ancora il consumo pro-capite è molto basso.
Testimone di questo è l'espansione recente, peraltro occorsa anche durante un periodo di crisi che possiamo dire esserci lasciati alle spalle, del gruppo Intimissimi.
Quali sono le criticità fiscali e legislative che le imprese italiane possono affrontare?
Se si inizia un'attività da zero le procedure di costituzione di una società brasiliana non sono complesse e sono molto simili a quelle di una Srl italiana.
Lo stato di San Paolo offre più rapidità , secondo la nostra esperienza, ma nulla toglie che dopo la fase di startup si possano aprire branch in altri stati.
È importante proteggere i brand presso l'Istituto Nazionale di Proprietà Intellettuale, perché il fenomeno delle imitazioni è ancora molto diffuso.
Circa temi autorizzativi e incentivi fiscali esiste un braccio del Governo di San Paolo (SPInveste) molto efficiente che offre parecchio supporto, soprattutto quando si vuole valutare una produzione locale.
A livello legislativo, quindi, non vedo molte criticità se si parla di un progetto greenfield (partire da zero) a condizione che le aziende italiane si informino adeguatamente prima di formulare l'investimento e non scoprano i colli di bottiglia strada facendo.
Mentre bisogna fare più attenzione nel caso di acquisizioni di società esistenti o Joint Venture, perché abbiamo avuto diversi casi in cui siamo dovuti correre ai ripari, poiché i soci stranieri non erano stati sufficientemente garantiti.
Circa le criticità fiscali direi che in questo ultimo caso (acquisizioni o Joint Venture) i rischi maggiori si hanno su passivi fiscali o giuslavoristici non intercettati dalle due diligence o da una gestione informale occorsa in precedenza.
Nei casi di progetti startup è più facile studiare l'assetto fiscale nella fase di analisi e partire già con il giusto disegno.
È opportuno simulare un ipotetico P&L (piano profitti/perdite) del primo anno e scegliere anche il regime fiscale appropriato (in Brasile si hanno due opzioni) perché si può esercitare l'opzione sulla scelta del regime una volta sola durante l'anno.
Per una PMI italiana conviene esportare o impiantare attività in Brasile?
Abbiamo seguito più di 50 casi dal 2006 che abbracciano diversi settori.
La risposta dipende molto dalla peculiarità del prodotto.
Comunque, la strategia per esportare ed essere competitivi in Brasile è quella di utilizzare un prezzo FOB (free on board) contenuto, rispettare le regole di transfer price e vendere alla propria filiale brasiliana con un'importazione diretta, by-passando intermediari e accorciando al massimo la catena.
Realizzare gli utili e distribuire il risultato alla casa madre che sarà esente al 95% in Italia.
Spesso l'equivoco è dovuto alla disinformazione che porta a far pensare che i dazi di importazione in Brasile facciano raddoppiare il costo dei prodotti.
I dazi in sé ci sono e spaziano dall'1% al 35%, anzi in alcuni casi abbiamo ottenuto anche l'esenzione totale, ma tutte le altre imposte che colpiscono un'importazione si possono recuperare con un meccanismo simile a quello dell'IVA italiana qualora si apra una filiale in Brasile.
In alcuni casi, ad esempio, abbiamo importato un semilavorato e ultimato la produzione qui.
In realtà industriali questo è spesso consigliabile perché si importano tecnologia e parti nobili dall'Italia e si comprano materiali come carpenterie o di basso pregio qui in loco.
Quali sono i settori che si prevede crescano maggiormente nei prossimi anni in Brasile?
Riallacciandomi a quanto segnalato in precedenza, le rinnovabili sono in forte crescita, ammirevole la presenza importante di Enel Green Power, e solo nel solare sono previsti investimenti per 28 mld di euro nei prossimi 15 anni.
Un trend importante riguarda l'Internet of Things (IoT) che traina una crescita trasversale nei settori di hardware e software, automazione industriale, agrobusiness, salute e gestione ospedaliera, mobilità urbana.
Il settore cosmetico vale 33 mld di euro (quarto mercato al mondo dopo Cina, Giappone e USA) ed è un mercato favorito dalla cultura della bellezza, dall'invecchiamento della popolazione e dall'aumento del potere d'acquisto delle classi meno abbienti.
Il settore dell'educazione continua a offrire buone prospettive e, ad esempio, proliferano le iniziative sulla formazione a distanza, ricordando che il Brasile ha sofferto una crisi molto profonda nel 2015 e 2016 ed è uscito da questa crisi solo a fine 2017 registrando un PIL dell'1% (nel 2016 era stato -3,5%).
Questo ha portato molta disoccupazione e quindi la riqualificazione per mezzo di formazione legata a nuovi metodi presenta a nostro avviso opportunità da esplorare.
Comunque, le prospettive di crescita del Paese per il 2018-2019 sono del 3% annuo per cui le aspettative sono buone, al di là dell'incertezza legata alle elezioni di ottobre.
Il primo trimestre ha mostrato già diverse nuove iniziative di piccole e medie imprese italiane che sono tornate a investire.
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